Versi beffardi, dissacranti. Epigrammi autoironici, dinamitardi. Spesso brevissimi. Ma nel gioco delle rime che scandiscono le poesie di Paola Sansone, quello che colpisce è l'uso del genere comico, che ricorda le smorfie dei clown, buffo e tragico, nel contempo, usato come antidoto ai problemi quotidiani. Capita sovente che chi legge queste poesie abbia voglia poi di leggerle a voce alta a qualcuno. Perché? Questo è un mistero racchiuso forse nei tanti autoritratti presenti nel libro. Come quello in cui l'autrice scrive di se stessa: «Chiudermi in casa / a stirare camicie/ poco mi gasa / niente mi dice».
Nata a Genova nel 1961, Paola Sansone lavora in ospedale come tecnico di laboratorio. Esordisce nell'antologia Under 25-Giovani blues curata da Pier Vittorio Tondelli. Nel 1991 un estratto della sua raccolta di poesie Comicamente parlando viene allegato alla rivista letteraria Wimbledon e nel 2002 esce il libro. Nel 2011 pubblica il libro di poesie Raccolta differenziata ( Ibiskos ed.). Finalista al Premio per cantautrici Bianca D'Aponte 2007 con il brano «Raccontar favole» tratto da una delle sue poesie. È autrice e interprete dello spettacolo teatrale Cartella clinica: d'istruzioni per l'uso.
(Foto: FB Paola Sansone)