Giuseppe, nella tua giovane carriera artistica hai già interpretato ruoli importanti Alfredo – La Traviata di G.Verdi, Ismaele – Nabucco di G. Verdi, Macduff – Macbeth di G. Verdi, Nemorino – L’Elisir d’amore di G. Donizetti, Tamino – Die Zauberflote di W.A.Mozart, Danilo Danilowich – La Vedova Allegra di F. Lèhar, il 22 aprile sarai al teatro Civico della Spezia e vestirai il ruolo di Macduff. Cosa puoi raccontarci di quest’opera e del tuo personaggio?
Quando nel 1865 una rivista francese, dopo la versione definitiva di Parigi, dichiarò che il compositore non conosceva a fondo il dramma shakespeariano, Verdi si arrabbiò molto di più che se il critico avesse semplicemente detto che l'opera era stata un fiasco. Verdi era un fervido appassionato di Shakespeare, che studiava e rielaborava sin dalla giovane età. Con questa curiosità possiamo notare quanto impegno e dedizione abbia messo nel comporre questo capolavoro, che fortunatamente negli ultimi anni è ritornato nell'olimpo dei cartelloni dei teatri di tutto il mondo. Verdi nelle sue lettere a Francesco M. Piave raccomandava brevità e concisione drammaturgica, a differenza dell'opera in prosa, in cui sono più approfondite le dinamiche e la psicologia di tutti i personaggi al di fuori di Macbeth e Lady Macbeth. Credo che le parole chiavi dell'opera siano l'ambizione, la sete di potere e di arrivismo che porta alla distruzione dell'animo umano. Macbeth deve condividere la volontà omicida di Lady M., perchè distaccarsi dal desiderio di lei significa negare la propria stessa virilità e quindi morire.
Per quanto riguarda Macduff, è un nobile scozzese come inizialmente Macbeth, ed è l'unico personaggio che probabilmente ha l'intuizione giusta nei confronti dei due protagonisti, una sorte di premonitore. Durante il corso della tragedia è colui che più di tutti, assieme a Malcom, subisce l'ira e la sete di potere. Gli vengono uccisi moglie e figli, cosi decide di ritornare in Scozia e compiere una volta per tutta giustizia.
Hai già lavorato con Alberto Paloscia che firmerà la regia di Macbeth, cosa puoi anticiparci riguardo la regia dell’opera?
Ho già avuto la fortuna di poter lavorare con il M° Paloscia, ed è sempre un grande piacere potersi confrontare con una persona di teatro e di grandissima esperienza. Posso svelarvi che sarà sicuramente un allestimento non tradizionale, ma alquanto coerente con la drammaturgia, nonché la regia del M° P. sarà contemporanea e di grandissimo impatto.
Cosa ricordi dei tuoi primi passi nel mondo della musica lirica?
Ho un ricordo di “Il campanello dello speziale” di G.Donizetti, avevo 16 anni e mi trovavo dietro le quinte del Teatro Nuovo di Torino, completamente avulso al mondo dell'opera, ma continuavo a chiedermi come fosse possibile che da un corpo umano potesse uscire un suono cosi affascinante. Da quel momento è scoccata la scintilla!
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L'unicità e la particolarità sono le caratteristiche di questa produzione. Non si può mancare quando ci sono queste prerogative. Affidatevi alla vostra curiosità e non sarete delusi!
Che consiglio daresti a chi desidera avvicinarsi come cantante alla musica lirica?
Di munirsi di pazienza, di volontà, di spirito di sacrificio e di perseveranza.
(Testo: Ezia Di Capua - Curatore dell’Associazione Coro Lirico la Spezia e dell’evento. Ulteriori informazioni sul blog di Sala Cargià, cliccando qui)