Come festeggerete il compleanno dell'Ensemble?
Quale modo migliore che un concerto celebrativo ufficiale contornato dai miei ragazzi, alcuni da poco "sotto le mie grinfie" e altri, ormai professori, concertisti, padri, madri e....moglie.
Come è nato il "Sax Off Limits Ensemble"?
Nel 1999 da Mantova mi sono trasferito alla Spezia. Salendo il primo scalino del Conservatorio mi ha accolto un tipo particolarmente simpatico e ...stravagante, il Maestro Bacci! Da allora ad oggi ci siamo impegnati con divertimento, sacrificio e passione a far crescere una realtà di scopo principalmente didattico all'interno della nostra istituzione nella città.
Da chi è composto il gruppo?
L'Ensemble è composto da studenti, ex allievi ora professori e concertisti e anche in alcuni casi da sassofonisti provenienti da altri conservatori: Verona, Trento, Mantova, Brescia, Milano, Firenze, ecc. Dalle origini ad oggi hanno fatto parte del gruppo circa cinquanta componenti.
Che repertorio presenterete sabato?
Un percorso che illustrerà la versatilità del sassofono e la sua capacità di adattarsi con convinzione, anche attraverso trascrizioni particolarmente ardite. Si passa dal Barocco di Haendel, dove si scoprono sonorità inattese e delicate, a brani di carattere espressivo e folcloristico come la danza ungherese di Berlioz, dove emerge l'imponenza di suono dello strumento, fino alle grandi difficoltà ritmiche di Bernstein e al rock dei Queen. Veramente un programma che non permetterà di annoiarsi.
Tra un'opera musicale e chi l'ascolta spesso ci sono secoli di storia. Come si fa a "rifare" e reinterpretare continuamente questi grandi pezzi?
È la stessa grandezza di queste composizioni, che hanno perfettamente resistito nei secoli, a parlare da sola. Il direttore o l'interprete, poi, attraverso la concertazione preventiva, ma soprattutto l'interpretazione estemporanea, dà ad ogni esecuzione una "reinvenzione" ogni volta unica.
Oltre al concerto di sabato, che attività svolge l'Ensemble?
Il calendario degli appuntamenti di quest'anno dell'Ensemble è veramente folto, grazie al pieno appoggio del nostro conservatorio "G. Puccini" e del crescente interesse verso la nostra formazione, sia a livello locale che di altri enti e istituzioni come ad esempio il Conservatorio "Cherubini" di Firenze, l'I.S.S.M. di Siena e di Livorno.
Una finalità culturale ma anche educativa?
Principalmente educativa, non solo musicale, ma anche socializzante, dove si impara il rispetto per tutti, anche per chi è all'inizio con gli studi o con qualche difficoltà in più. Mai nessuno è stato escluso. Proprio con il rispetto e lo studio si riescono ad ottenere buoni risultati qualitativi.
Luciano Berio ha detto una volta che i modi di intendere la musica sono tanti quanto gli individui, per lei cos'è la musica?
La musica per me è il rinnovamento continuo di sensazioni inaspettate e inspiegabili. L'unica arte che non è possibile toccare o vedere. È difficile non porsi il sospetto che esista qualcosa che si chiami anima.