Gli Esterina sono una perla della Versilia, a pochi passi da noi, che cantano e raccontano della vita, di Massarosa e di tutta quella Toscana rurale che noi spezzini guardiamo un po' da lontano, assurdamente, perché noi, terra di confine, viviamo dell'influenza Toscana quotidianamente, a volte senza rendercene conto.
Alla Spezia porteranno un nuovo progetto, Esterina Plays Home Movies, spettacolo tutto da scoprire.
Chi è Esterina? E chi sono gli Esterina?
"Esterina è un gruppo di musicisti che da dieci anni prepara la sua musica e le sue parole con pazienza e determinazione, con l'ambizione di poter usare la propria voce, arrivare a poter parlare con la sua propria voce. A Esterina, che è una signora, interessa questa cosa qui nonostante sia lunga da ottenere, forse improbabile, anche. L'importante secondo noi è stare sulla strada che porta a questa destinazione, più che essere certi di raggiungerla".
Esterina è più musica o parole?
"Esterina è la tensione tra le parole e la musica. Il potenziale elettrico tra le parole e la musica, più precisamente".
Diciamo che non suonate da pochi giorni, ma avete alle spalle anni di esperienze e di lavoro. Come è cambiata la vostra musica nel tempo?
"Suonare insieme è una cosa molto bella, una delle cose più belle che può capire nella vita di un uomo dopo innamorarsi di qualcuno. In questo tempo siamo cambiati noi, i nostri corpi, le nostre intenzioni, i nostri gusti, la musica che ascoltiamo. È cambiato tutto e anche la nostra musica, non so dirti esattamente come ma credo che sia sufficiente ascoltarla per capirlo".
Quali sono i vostri riferimenti? Chi o cosa ispira maggiormente il vostro lavoro?
"Sono tantissimi, talmente tanti che alla fine nessuno. Ti posso dire cosa ha girato nelle mie cuffie nell'ultima settimana. Repave dei Volcano Choir, il live di Bon Iver al NPR, i Lali Puna di Faking the Books, A casa tutto bene di Brunori sas e Veckatimest dei Grizzly Bear".
Dio ti Salvi, vostro ultimo CD, ha riscosso molto successo e la critica lo ha apprezzato molto. Voi siete soddisfatti?
"Dio ti salvi è stato un disco molto fortunato, è stato accolto bene da tutti e a noi piace ancora molto suonarlo dal vivo. Direi che posso dichiararci soddisfatti".
A quale vostro lavoro siete particolarmente legati?
"Registrare un disco è sempre un privilegio, una cosa che non capita molte volte nella vita. Stare chiusi nelle stanze per fissare la musica che sembra voglia scappare via. Molto più che una vacanza. Devo dire che per me, non so per gli altri, rimane un'esperienza particolare quella di Come Satura. Il modo in cui lo registrammo, le giornate passate con Fabio Magistrali (il produttore di quel disco) a ragionare di musica. Un bel ricordo".
Alla Spezia cosa vedremo?
"Da qualche settimana portiamo in giro uno spettacolo che abbiamo chiamato Esterina Plays Home Movies. Si tratta di una sonorizzazione di immagini provenienti dall'Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna gestito dall'associazione Home Movies, appunto. Qualche mese fa i tipi di HM hanno realizzato il nostro video di Pantaloni Corti, e diciamo che in quell'occasione è nata una simpatia che ha dato seguito ad una collaborazione. Per una loro iniziativa sulla città di Bologna ci avevano chiesto di sonorizzare un montaggio di immagini relative alla Montagnola, uno dei parchi più famosi della città. 44 minuti di pellicole 8 millimetri, super 8, 16 millimetri che ricordano la vita, dai primissimi anni 50 agli anni 80, del famoso parco cittadino situato nei pressi della stazione ferroviaria. Immagini bellissime che senza l'attività di HM sarebbero andate perse o comunque non di pubblico dominio, pensa che nelle prime immagini si riconosce Togliatti alla festa de l'Unita del 1951 che si teneva proprio lì.
Noi, chiaramente, abbiamo accettato realizzando una colonna sonora originale che abbiamo suonato dal vivo alla proiezione di questo filmato proprio alla Montagnola. Poi, come ci succede spesso, ci siamo affezionati a questo audiovisivo improbabile tanto da decidere di portarlo un po' in giro. Questo spettacolo lo realizziamo in trio, io suono chitarra elettrica, glockenspiel, diamonica e percussioni, Massimiliano Grasso tastiere, elettronica, chitarra elettrica, diamonica e Andrea Marcori basso, chitarra elettrica, tastiere e vocoder.
Dopo i 44 minuti di musica strumentale facciamo qualche canzone di Esterina per riportare tutti sulla terra".
Come vengono scritti i vostri pezzi? Come nascono? Sono frutto di una collaborazione o c'è qualcuno di voi che scrive i testi e qualcun altro le musiche?
"I pezzi li scrivo io, ma non nascono tutti nella stessa maniera, tutti però sono soggetti a varie redazioni, rielaborazioni che facciamo collettivamente. Diciamo che dà un'idea musicale di base iniziamo a lavorare, a togliere e a mettere, a variare e restaurare. In questo processo normalmente saltano fuori degli elementi che giudichiamo unanimemente punti cospicui, proprio come nella navigazione costiera. Questi ci aiutano a portare in porto o al largo la canzone che vogliamo".
Quando siete in studio la produzione è condivisa?
"Lo studio è una specie di nevrosi a cielo aperto, in un tempo normalmente ristretto si devono sistemare innumerevoli dettagli portati in quelle stanze grazie a mesi di lavoro svolto in precedenza. Andare d'accordo non è facile ma essere un gruppo è avere a che fare con questa tensione".
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Concerto venerdì 17 febbraio 2017, circolo Origami La Spezia