Libro e mostra sono un reportage e una riflessione sull'esperienza di Pagano da cooperante, tra 2015 e 2016, nel piccolo Stato africano di Sao Tomé e Principe. La mostra, visitabile agli Archivi multimediali "Sergio Fregoso" del Centro Culturale Dialma Ruggiero fino al 7 gennaio 2017, comprende 35 fotografie scelte tra le 115 del libro.
Il critico Giovanna Riu le ha così presentate:
"Le immagini accompagnano chi guarda attraverso luoghi, situazioni, persone. Ognuna permette un frammento di realtà, ognuna è il risultato di un attimo decisivo in cui bellezza, desiderio e significato si concentrano, aprono le loro potenzialità. Insieme sono un viaggio di conoscenza, di intelligenza consapevole o, anche, di stupore immediato. Manifestano l'intenzione dell'autore. Sono pervase da un'affettività diffusa, da sentimenti di partecipazione...
Il Diario do centro do mundo non è solo un'efficace rassegna fotografica di avvenimenti vissuti in un tempo e in un luogo ben precisi. E', soprattutto, un'attenzione profonda per la condizione umana di cui condivide destino, progetti, bisogno di futuro. Idealità che coincidono con l'essenza di essere uomo. Per questo si è permesso l'opportunità, "il lusso" di guardarsi attorno, conoscere le persone, mangiare il loro cibo, dedicare tempo e ritorni. Ha saputo aspettare che le situazioni avvengano, ha cercato momenti di silenzio. Tutto questo, infine, ha dato vita alle sue fotografie. Chi guarda si sente catturato nei sentimenti. Vorrebbe sentirsi migliore".
Giorgio Pagano ha citato il fotografo statunitense Ansel Adams: "Con una macchina fotografica non fai solo una fotografia. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato". E ha spiegato, con le parole del fotografo Tano D'Amico, come il diario scritto e il diario fotografico siano intrecciati tra loro: "Le parole servono a definire, a racchiudere, a concludere quella parte del nostro animo che si è messa in moto... Le immagini sono punto di partenza per pensieri, ricordi, aspirazioni". "Le fotografie -ha concluso- mi hanno aiutato a pensare e a cambiare, perché, come dice D'Amico, le immagini spingono a un ruolo attivo".
(Nella foto: "Porto Alegre, uomo che trasporta banane in barca")