E' avvenuto anche a Villafranca, dove il libro è stato presentato da Mara Cavalli, dell'Associazione Alberico Benedicenti, Valentina Guerrini, della Sezione Anpi di Villafranca-Bagnone e da Paolo Bissoli, Presidente dell'Istituto Storico della Resistenza apuana. Poi Chiara Guastalli ha intervistato l'autore, e la presentazione si è trasformata in un affresco sui momenti più importanti della Resistenza spezzina e lunigianese, dall'assalto di Valmozzola e dall'eccidio del monte Barca agli scioperi operai, dall'uccisione di "Facio" per mano dei suoi compagni al rastrellamento nazifascista a Migliarina, dall'epopea del Gottero al salvataggio da parte dei partigiani della città e delle fabbriche minate. Un affresco intercalato dalla lettura delle testimonianze raccolte nel libro: quelle delle donne, come le deportate Bianca Paganini e Dora Fidolfi e la staffetta Vanda Bianchi, e quelle dei grandi comandanti, come Luigi Fiori "Fra Diavolo", Flavio Bertone "Walter", Amelio Guerrieri "Amelio" e soprattutto Nello Quartieri "Italiano", nato a Mocrone di Villafranca, spinto alla scelta partigiana dal grande scienziato Alberico Benedicenti.
Pagano ha parlato del valore dell'"ardir", del coraggio morale dei partigiani, "più che mai attuale in una fase in cui è del tutto assente dalle qualità degli uomini pubblici". Pensiamo, ha aggiunto, "a come le riforme elettorali e costituzionali in campo siano tutte orientate all'umiliazione del Parlamento, nella sua prima funzione, quella rappresentativa. Che cosa significano le 'liste bloccate' se non l'umiliazione di questa funzione? Queste istituzioni inducono alla piaggeria, alla sottomissione, all'assenza di idee, alla disponibilità nei confronti dei potenti, alla vigliaccheria interessata o alla propria carriera o all'autorizzazione ad avere mano libera nei propri affari sul territorio di riferimento. Per essere eletti queste sono le doti funzionali al partito nel quale ti arruoli. Non è il tempo dell'ardimento, è il tempo della vigliaccheria. Dobbiamo tornare al tempo dell'ardimento". E ha citato "Italiano": "Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. Usiamolo tutte le volte che occorre perché non prevalgano mai l'arrendevolezza e le comode e cieche viltà".
Chiara Guastalli ha concluso citando la lettera del condannato a morte Pietro Benedetti, che scrive alla moglie: "Ma che fare? Vi sono nel mondo due modi di sentire la vita. Uno come attori, l'altro come spettatori". E' questa, ha detto, la grande lezione, più che mai attuale, della Resistenza