Il libro è un romanzo: Rovelli ha scelto la forma narrativa per scavare nell'esperienza umana del popolo curdo, tentando di sottrarla a una lettura storica o geopolitica ed elevandola a qualcosa di umanamente universale, una lotta non solo contro il Daesh, ma anche contro il maschilismo, contro la guerra, contro le autorità ottuse e reazionarie. La protagonista del libro, Avesta, ha ventidue anni quando sale in montagna seguendo le orme di Harun, l'adorato fratello. Lascia i villaggi curdi dove è cresciuta per dare il suo contributo alla lotta per il Kurdistan libero, e la sua forza è così grande, l'energia che mette in tutto così viva, che presto le chiedono di entrare nel gruppo speciale, e altrettanto presto diventa comandante della sua squadra. Tante ragazze, come lei, hanno scelto quella vita sui monti del Qandil, tra le foreste, sulla neve. Contro il Daesh Avesta combatterà una battaglia esemplare. Sarà, con la squadra che ovunque la segue, baluardo di resistenza e di testimonianza di chi propone una vita comunitaria. Nel suo grido di battaglia c'è la voce di un popolo intero, un coro che chiama da tempi lontani ma che oggi, come sempre, chiede solo libertà.
Le iniziative hanno il patrocinio delle due Amministrazioni Comunali.
(Foto: oubliettemagazine.com)