Il confronto promosso dall'Associazione Culturale al CAMeC sul tema "Il declino dell'Italia e le chiavi per uscirne" ha suscitato una discussione di grande interesse.
I protagonisti sono stati, insieme ai cittadini presenti e al Presidente dell'Associazione Giorgio Pagano che ha introdotto i lavori, il sociologo Carlo Donolo, che ha presentato il suo libro "L'arte di governare. Processi e transizioni", e il Presidente del Centro in Europa Roberto Speciale, autore di "In attesa di una veronica". Comune ai due autori l'analisi del declino italiano: un Paese più povero, meno coeso dal punto di vista sociale e territoriale, incapace di offrire opportunità ai giovani, con minor peso internazionale e istituzioni poco credibili. La crisi, hanno spiegato Donolo e Speciale, non è solo politica e istituzionale, e nemmeno solo economica: è una crisi della società e della cultura. Per questo -hanno aggiunto- il riscatto è difficile. Eppure non mancano le proposte per avviare una fase nuova: sviluppo sostenibile, società della conoscenza, beni comuni, lotta alle diseguaglianze sociali, superamento della subalternità della politica all'economia e a chi controlla il denaro, partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza attiva per arricchire la democrazia rappresentativa, costruzione degli Stati Uniti d'Europa. Manca ancora, però, il soggetto capace di incarnare queste proposte e di delineare una meta per il Paese. I relatori hanno convenuto sull'insufficienza dei movimenti collettivi e delle minoranze attive, ma anche dei partiti attuali. Sollecitati da Alice, neolaureata venticinquenne che ha esortato alla responsabilità e all'impegno, Donolo e Speciale hanno convenuto che il riscatto potrà esserci solo se cresceranno gli impulsi dalla società verso la politica e le istituzioni, e solo se queste sapranno a loro volta cambiare e dare impulsi alla società. L'impegno per il cambiamento da parte dei giovani sia nei movimenti sociali che nei partiti, ha concluso Pagano, è la leva essenziale perché, contro i populismi e la tecnocrazia, la politica democratica rialzi la testa.
(Foto di Enrico Amici)