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Tutti con il naso all'insù, sfreccia nei nostri cieli la Cometa C/2023 A3 (TSUCHINSHAN-ATLAS) In evidenza

Domani, 16 ottobre, sarà il migliore momento per osservare la cometa. Sabrina Mugnos ci racconta di lei 

In questi giorni il cielo di ottobre ci regala uno spettacolo particolare. Guardando in direzione ovest dopo il tramonto del sole, è possibile osservare la cometa C/2023 A3. Abbiamo chiesto a Sabrina Mugnos di raccontarci qualche elemento in più.

Reduce dai bagliori porpora di una fantastica aurora che ha illuminato anche il nostro Golfo dei Poeti, le chiediamo di darci qualche informazione sulla cometa che in questi giorni sta sfrecciando nei nostri cieli. Una nuova “cicogna cosmica” con ali molto grandi ci sta sorvolando, ci dice, spiegandoci che le comete contengono molti composti organici complessi e addirittura amminoacidi, e potrebbero essere state loro a portare la vita sul nostro pianeta.

Questa cometa, chiamata poco poeticamente C/2023 A3 (Tsuchinshan - Atlas) e scoperta dal Purple Mountain Observatory in Cina il 9 gennaio 2023, ha sviluppato una coda lunghissima ed è molto luminosa, come non se ne vedevano da tredici anni. Domani, 16 ottobre, meteo tiranno permettendo, sarà il migliore momento per osservarla guardando verso ovest poco dopo il tramonto del Sole, circa 17° sopra l’orizzonte.

"Sapete qual'è un altro aspetto di questi astri chiomati che mi affascina terribilmente?" ci dice. "È che ritornano. Ancora e ancora, con periodi più o meno lunghi a seconda del luogo di provenienza. A meno che l’influenza di qualche corpo celeste non le spedisca fuori dal Sistema Solare, o l’incontro col Sole non le disintegri, loro tornano a trovarci. A vedere cosa abbiamo combinato nel frattempo. Per esempio, chissà cosa troverà la cometa di Halley quando, dopo 76 anni, riapparirà nell’estate del 2061". 

"La Tsuchinshan – Atlas - prosegue Sabrina - arriva dai confini del Sistema Solare da un gigantesco serbatoio chiamato Nube di Oort, su un’orbita inclinata di 139° sul piano dell’Eclittica. È sopravvissuta al passaggio ravvicinato con la nostra Stella (Perielio) e domani sarà nel punto più vicino alla Terra, a circa 70 milioni di chilometri, quando la vedremo brillare nei cieli come un astro di 3° o 4° magnitudine. Se non riusciremo a scorgerla per colpa delle nuvole, potremo riprovarci il 20 ottobre, quando sarà a 26° di altezza con una magnitudine un po’ inferiore, intorno a 5, che diminuirà via via mentre si riallontanerà nei profondi spazi siderali". 

Sabrina poi fa una lunga pausa accompagnata da un sospiro. Ci chiede se vogliamo saperne un’altra. "Certo - le diciamo - vogliamo sapere tutto!".

"Beh - prosegue titubante - in effetti le comete sono anche distruttrici di mondi, perché quando precipitano su un pianeta lo devastano. Nel 1994, quando la Shoemaker-Levy colpì Giove, i bagliori che osservammo non ci impressionarono più di tanto, perché è un pianeta gigante fatto quasi totalmente di gas e molto distante dal nostro concetto di mondo abitato. Ma quando è accaduto qui, e pare in tempi molto recenti, portò la distruzione totale. Qualcosa di simile a quello che fece l’asteroide di 10 km che colpì lo Yucatan 65 milioni di anni fa e diede avvio ad una delle grandi estinzioni di massa. Dunque, quando ammiriamo la bellezza e anche la mano della Creazione, dobbiamo sempre ricordare che nasconde anche il suo contrario, cioè la distruzione. È una legge dell’universo imprescindibile e ineludibile che trovo maledettamente affascinante, preziosa metafora delle nostre vite".

Immagine di copertina dal Web. 


 

 

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