Maurizio Sergi, 58 anni, avvocato penalista, membro del Consiglio dell'Ordine per 15 anni, coniugato con due figli, ha ricoperto la funzione di Presidente del Conservatorio Puccini della Spezia fino al 2022, termine naturale dei due mandati.
Maurizio Sergi, lei è stato Presidente del Conservatorio di musica "Giacomo Puccini" per sei anni durante il triennio 2016-2019 e 2019-2022. Che esperienza è stata?
Ho conosciuto una realtà culturale dalle immense potenzialità: vi sono docenti di grande livello, ovvero musicisti che suonano in tutto il mondo; bisognerebbe dare loro più spazio e inserirle nel tessuto culturale della Spezia. Molto è stato fatto, ma ritengo si possa ottenere molto di più.
Nel corso degli ultimi anni, anche durante la sua Presidenza, il Conservatorio è cresciuto molto nelle iscrizioni. Questo dato che significato assume in un territorio come il nostro?
Si sottovaluta moltissimo questo aspetto: le iscrizioni non sono un fenomeno solo locale legato alla presenza di studenti della zona che orientativamente va dal Tigullio all'alta Toscana fino a ricomprendere la Lunigiana, ma ha, soprattutto, caratteristiche internazionali. Arrivano alla Spezia aspiranti futuri musicisti provenienti da tutto il mondo attratti dal Conservatorio Puccini, la cui intitolazione evoca un nome che ha un richiamo fortissimo: il genio della nostra musica, Giacomo Puccini, conserva un'attrattiva potente, specie all'estero. La sottovalutazione del fenomeno della presenza degli studenti, cui ho fatto poc'anzi riferimento, è evidente; non conta solo l'aspetto culturale, ma occorre considerare anche l'incidenza economica sul territorio; basti pensare che un giovane proveniente da un' altra nazione deve trovare casa, deve vivere per alcuni anni da noi, la sua famiglia investe in questo progetto e, naturalmente, spende molto per sostenere il figlio in questa esperienza formativa che potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro musicista. Moltiplicando le presenze si può fare un agevole calcolo positivo in termini di ricaduta economica sulla città.
Conservatorio significa anche "apertura" all'esterno. Riferite al periodo della sua presidenza, quali sono le iniziative, o le collaborazioni, delle quali va più fiero?
Non c'è dubbio che i rapporti di collaborazione con gli Stati Uniti e con la Cina costituiscono pilastri fondamentali: i due paesi sono molto diversi per storia, tradizioni, politica, ma con essi abbiamo intrecciato relazioni di grande rilevanza. Con gli Usa abbiamo mantenuto nel tempo scambi culturali tra studenti e docenti grazie alla collaborazione - inaugurata dal maestro Giuseppe Bruno e proseguita dal maestro Federico Rovini (entrambi direttori che si sono avvicendati nella carica in questi anni) - con la Truman State University, presso cui mi sono recato in passato per organizzare concerti tra docenti e studenti delle rispettive istituzioni sia alla Spezia che nel Missouri. Quanto alla Cina il Puccini è stato rappresentato - i rapporti continuano anche ai giorni nostri - da studenti e docenti presso le Università della musica di Pechino, Shangai, Nanchino ed altre città di incomparabile bellezza, presso cui ho avuto l'onore di essere stato ospitato come Presidente. Abbiamo trovato un'accoglienza straordinaria ed un interesse incredibile per il nostro paese, non è un caso che gli studenti cinesi costituiscono la presenza straniera più significativa per il Conservatorio Puccini.
L'aumento di studenti stranieri certifica in qualche modo una dimensione internazionale che si sta affermando sempre di più. Si potrebbe tracciare una "mappa" dei paesi che stiamo ospitando?
Sì, come ho detto, i rapporti sono soprattutto con questi due grandi paesi, Cina e Stati Uniti, ma il Conservatorio ospita ragazzi provenienti un pò da tutto il mondo, anche se in misura meno significativa, fra cui soprattutto studenti tedeschi e turchi.
Il momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato da conflitti e un sentimento di incertezza che caratterizza proprio la fascia dei giovani under trenta, in prospettiva non rischia di essere un deterrente proprio per chi intende affrontare questo percorso formativo?
La preoccupazione è elevata, se si considera che abbiamo avuto relazioni anche con la Russia e studenti di quel paese hanno frequentato il nostro Conservatorio. Penso che la musica, come l'arte in generale, possa dare un contributo decisivo per cercare di appianare i contrasti; le istituzioni culturali, le università in particolare, debbono aprirsi al confronto ed al dialogo. Mi è parsa aberrante la messa in discussione di autori russi come Fëdor Dostoevskij, per citare uno dei più grandi scrittori dell'800, così come è assolutamente incomprensibile la scelta di interrompere le collaborazioni con le università israeliane, dove si trovano le menti più aperte a favore del dialogo e della pace, in aperto contrasto con le politiche di guerra.
Le sue parole certificano l'esigenza di continuare ad investire su questo progetto formativo. Su cosa bisognerebbe "puntare" per consolidare e potenziare l'importantissima attività svolta sul territorio dal Conservatorio?
Non c'è dubbio che l'interlocuzione con il Comune e la Provincia della Spezia sia fondamentale; servono però fondi, che le istituzioni pubbliche hanno difficoltà a reperire, a causa di una politica nazionale miope che non coglie l'importanza della musica, non solo come fenomeno culturale, ma anche come investimento pubblico in grado di produrre ricchezza. Per consolidare un'offerta formativa che possa avere ricadute sul nostro comprensorio, il mio sforzo, negli anni in cui ho rivestito la carica di Presidente, è sempre stato quello di aprire l'Istituzione alla Città, promuovendo eventi musicali sul territorio. Anche chi ha assunto l'incarico di Presidente dopo di me, al termine dei miei due mandati, l'Avvocato Federica Eminente, sta proseguendo su questa linea, pur permanendo le difficoltà finanziarie cui ho fatto cenno.
Per il Conservatorio, e più in generale nell'ambito artistico e culturale, cosa immagina nei prossimi anni per la città? Quale cammino si aspetta o auspica?
Penso che sia necessario mettere in rete tutte le numerose realtà culturali presenti alla Spezia per fare sistema. Vi è una grande vivacità culturale in città che, a mio parere, potrebbe esprimersi con maggior forza se si riuscisse ad unificare il vasto mondo associativo che si occupa di cultura, ponendo il Puccini al centro di questo vasto progetto. Il Conservatorio, infatti, è dotato di professionalità formate da docenti qualificati, studenti pronti ad affrontare eventi pubblici, disponibilità di bilancio che, appositamente graduate, potrebbero essere in grado di finanziare concerti spezzini. Sono tutte energie che potrebbero essere messe in contatto con il mondo associativo per produrre un significativo cambio di paradigma.
Ci tengo, da ultimo, a sottolineare che a breve, grazie all'indispensabile apporto fornito dalla Provincia, presieduta dal sindaco della Spezia PierLuigi Peracchini, verranno appaltate opere pubbliche, non solo per la manutenzione straordinaria di Villa Marmori e per il completo rifacimento della palazzina adiacente (ex Don Rubino), ma anche - e soprattutto - partiranno i lavori per l'edificazione del nuovo auditorium della musica che sorgerà presso la vecchia casa "Cantoniera Lumbacca" grazie a finanziamenti statali, a seguito di un bando cui avevamo aderito, debbo dire con una certa lungimiranza. Ebbene, le iniziative culturali in città potrebbero trovare una nuova casa grazie anche a questo pregevolissima opera pubblica che speriamo di inaugurare al più presto.