L’impronta lasciata dall’antica famiglia fiorentina è immensa: oltre che fautori della creatività artistica ed infaticabili collezionisti, i Medici furono promotori di innumerevoli interventi territoriali a Firenze e in tutto il Granducato di Toscana il cui denominatore comune è la rappresentazione del potere e della magnificenza medicea.
Sarzana, a giusto titolo con le sue due fortezze, oggi si approssima a rientrare in questo progetto di rilevanza europea che sarà accreditato a breve a Bruxelles.
Questa nuova opportunità sarà rappresentata all’interno delle Giornate Europee del Patrimonio che si terranno anche a Sarzana il 23 e il 24 settembre presso la Cittadella/Firmafede.
L’iniziativa, voluta dalla sezione spezzina di Italia Nostra, sarà presentata dall’Assessore alla cultura Giorgio Borrini.
La Firmafede è una delle due Fortezze sarzanesi, la cui storia sarà rivisitata dall’arch. GianFranco Damiano, sia attraverso alcuni aspetti inediti che riformulano in parte la conoscenza odierna dell’opera medicea e sia con la proposizione di una maggiore integrazione funzionale del complesso difensivo nella città che verrà.
La storia, oltre che essere vettore della conoscenza, può rappresentare anche opportunità di rilancio economico e di sviluppo non solo turistico; è la “storia” che, iniziata nel XIII secolo, si appresta a coniugare nuove opportunità alla futura Sarzana.
L’iniziativa permetterà una visita approfondita della fortezza, che rappresenta da tempo il fulcro delle iniziative culturali e di spettacolo della città.
Sintesi progetto
LE VIE DEI MEDICI
Forbes (edizione italiana del business magazine più famoso al mondo)
Le Vie dei Medici coniuga molteplici attività: dal progetto didattico (segnalato Best Practice Unesco 2015) agli scambi culturali tra le scuole, dai corsi di formazione alla creazione di eventi, convegni e pubblicazioni per la valorizzazione del network territoriale.
Le Vie dei Medici sono come un moderno “corridoio vasariano” che connette beni-centri-territori medicei a scala regionale e in prospettiva nazionale-internazionale: oltre a evidenziare il valore storico-artistico-documentario dei singoli beni-centri-territori crea un valore aggiunto che scaturisce dalle relazioni fra gli stessi, tanto più rilevante in quanto si tratta di un valore condiviso dalla popolazione e dalle istituzioni e associazioni operanti sul territorio (garanzia per un uso efficiente delle risorse culturali e per uno sviluppo sostenibile). E’ una visione del patrimonio culturale non come museo diffuso, sommatoria di tanti singoli beni, ma come organismo vivente costituito dai beni e dalle relazioni fra i beni che si incrementano in un processo creativo-dinamico (circolo virtuoso fra progresso delle conoscenze-relazioni).