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Il premio “Angelo Narducci” assegnato al giornalista Marco Tarquinio In evidenza

L’assegnazione del premio “Angelo Narducci”, fissata per mercoledì 19 luglio, sarà uno dei momenti salienti della festa nazionale di Avvenire.


​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Anche quest’anno l’assegnazione del premio “Angelo Narducci”, fissata per mercoledì 19 luglio, sarà uno dei momenti salienti della festa nazionale di Avvenire. La festa, come abbiamo già riferito domenica scorsa, è giunta alla sua quarantesettesima edizione e prenderà il via a Lerici sabato 15 luglio. La particolarità di quest’anno consiste nel fatto che l’apposita commissione, costituita in modo congiunto da rappresentanti della diocesi, della parrocchia di Lerici e della direzione del quotidiano cattolico, ha deciso di assegnare il premio a Marco Tarquinio. Tarquinio, attuale editorialista di Avvenire, ne è stato direttore per quattordici anni, ed in tale veste, ogni anno (escluso il 2020, quando la festa venne sospesa a causa della pandemia), è stato proprio lui - insieme al vescovo diocesano - a consegnare il premio al vincitore o alla vincitrice. Ciò sino alla scorsa estate 2022, quando il premio era andato a Lorena Bianchetti, il notissimo “volto” televisivo che conduce ogni settimana la trasmissione di Rai 1 “A Sua immagine”, nella quale ha di recente ospitato il Papa. Quest’anno, invece, sarà lo stesso Tarquinio a ricevere il premio dal vescovo Palletti e dal direttore che lo ha sostituito a piazza Carbonari, Marco Girardo.

Il premio “Angelo Narducci”, intitolato al nome dello storico direttore di Avvenire che guidò il giornale dal 1969 al 1980, venne istituito nell’ambito della festa lericina nel 1989, ovvero pochi anni dopo la prematura scomparsa di Narducci. Da allora sono stati in tanti, giornalisti, scrittori, operatori della comunicazione sociale, a ricevere questo importante riconoscimento, considerato a livello nazionale il riconoscimento di una testimonianza importante di impegno giornalistico e culturale al servizio della verità e del bene comune. Le motivazioni dell’assegnazione a Tarquinio, redatte appunto dalla commissione, saranno lette nel corso della serata del 19 luglio, che si svolgerà come sempre sul parco della rotonda Vassallo, sul lungomare.

Ma sin d’ora è facile immaginare come esse daranno conto del forte e duraturo impegno del quale Tarquinio si è reso testimone sin dall’inizio della sua carriera giornalistica ed in particolare nel lungo periodo della direzione di Avvenire: impegno che negli ultimi anni ha avuto poi una “declinazione” speciale nel tema della pace, sull’onda dell’insegnamento di Papa Francesco. E quest’anno l’intera festa di Avvenire è dedicata proprio alla riflessione sulla pace, con riferimento alle drammatiche vicende di guerra di cui i mass media devono occuparsi ogni giorno ed anche al sessantesimo anniversario della profetica ed attualissima enciclica Pacem in Terris, firmata da san Giovanni XXIII nel 1963. Ma ci sono altri singolari legami tra Marco Tarquinio e la diocesi.

A cominciare dal fatto che, quando nacque nel 1958 a Foligno, vescovo della diocesi umbra era l’amegliese Siro Silvestri, il quale, trasferito alla Spezia nel 1975, fu il promotore già l’anno seguente sia della pagina domenicale Spezia 7 del quotidiano cattolico sia della stessa festa di Lerici, sostenendo la proposta dell’allora parroco monsignor Franco Ricciardi. Tarquinio inoltre trascorre ogni anno con la famiglia i non lunghi periodi di riposo consentitigli dalla sua professione a Montemarcello, piccolo borgo collinare del comune di Ameglia, a breve distanza da Lerici. E quindi, benché ora non sia più direttore, sarà facile vederlo presente a più d’una delle intense giornate della manifestazione che si svolge ogni anno sulle sponde del Golfo dei poeti a richiamare il valore di un giornalismo cattolico non chiuso in se stesso, ma aperto al dialogo e al confronto, sempre nel servizio della verità.

Testo di Giuseppe Savoca

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