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"KARTIKA", in mostra le opere di Alessio Bonini In evidenza

Installazioni che consentono vere e proprie esperienze sensoriali.

La mostra "KARTIKA - Il mese della luce" è stata inaugurata il 30 agosto al NOMAD in via Sapri 69 alla Spezia e doveva durare, come dice il titolo stesso, un mese. Visto il successo, invece, prosegue.

Sono installate opere luminescenti che lo spettatore può vivere in due diverse situazioni, quella diurna e quella notturna. I colori infatti delle opere installate cambiano al calar del sole e si illuminano restituendo una vera e propria esperienza sensoriale.
Inoltre è stata inserita una installazione video con la prima opera NFT video/audio disponibile in blockchain su Opensea e di cui anche la colonna sonora è stata realizzata dall'artista stesso.
Sulle pareti sono stati apposti Qr code con cui è possibile dedurre da smartphone informazioni sulle opere e sulla biografia di Alessio Bonini.

L'intero locale è stato munito di un impianto di luci a ultravioletti per consentire al pubblico di immergersi in un ambiente metafisico.

L'opera più imponente è THE RIVER UPSIDE DOWN, una tela di 5,40 metri appesa al soffitto al centro del locale come una porta su un'altra dimensione; l'opera è stata realizzata in studio e montata in loco per le sue dimensioni imponenti.

Spiega Alessio Bonini: "Il Diwali è la festa indiana che celebra la vittoria della luce sull’oscurità. Trovo spesso ispirazione nelle culture orientali per realizzare le mie opere perché mi affascina l’approccio alla vita che hanno e la capacità alchemica di trasporre dei valori nella gestualità e negli oggetti che ci circondano.
In quanto buddista non faccio distinzione tra l’essere umano e l’ambiente in cui vivo. E’ un concetto di interconnessione di tutte le forme di vita in una rete molto complessa, siamo un tutt’uno con ciò che ci circonda ed il nostro primo dovere verso noi stessi è proprio quello di riuscire a trovare degli equilibri tra l’interiore e l’esteriore per accrescere la nostra consapevolezza sul senso dell’esistenza stessa".

"Ho deciso di chiamare questo primo happening Diwali - prosegue l'artista - con il preciso scopo di trasbordare il concetto in una versione occidentale e creare un nodo di partenza per un diverso approccio esperienziale a cose semplici come: uscire in compagnia, incontrare persone, essere in un luogo nel suo senso più ampio.
Mi è sembrato opportuno fare si che il punto di partenza fosse un locale nevralgicamente insediato nella vita cittadina come un cuore pulsante, un alveare a cui le persone possono fare capolino per attingere ad energie diverse. La sfida è quella di rivolgermi a un pubblico che per la maggioranza non avrebbe interesse nell’arte in sé o non frequenterebbe una mia esposizione in un contesto ufficiale come come un museo, una fondazione o una galleria.
La pretesa è quella di diffondere il messaggio che l’arte nei suoi preconcetti antichi ha già cessato di esistere e che l’arte del futuro è un'arte che diventa esperienza".

"La festa tradizionale del Diwali è centrata sul godere di gioia e positività (luce) è un augurio che si fa a se stessi e agli altri. Viene festeggiata nel mese indù di Kartika e celebra la luce con la luce nelle case e nei luoghi sacri. Si lasciano andare delle candele sulle acque del fiume sacro. Al Golden Temple, a Goa, il tempio viene completamente illuminato da lampade ad olio accese dalle persone.
Ho pensato al Nomad come il tempio, l’alveare, l’organo ricettivo di un flusso di anime ed energia. All’interno Kartika, la mia esibizione, la sorgente di energia e di luce.
Il fatto che le opere siano visibili nella loro forma energetica solo di notte restituisce questo sinonimo di significati, la luce vince sull’oscurità, la luce vince sul buio, l’energia alza lo stato vitale", conclude Bonini.

 

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