"Sono state numerose in provincia della Spezia e in tutta la Lunigiana le iniziative, le manifestazioni e i convegni organizzati quest’anno nell’occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri".
"Non poteva del resto essere diversamente, dal momento che - a partire almeno dal convegno di Sarzana del 1906 - da oltre un secolo la critica dantesca ha notevolmente rivalutato il ruolo e il significato della presenza (ma forse si dovrebbe dire “delle presenze”) del poeta esule in terra di Lunigiana".
"E’ noto come i percorsi compiuti da Dante durante il suo lungo esilio siano spesso controversi, mancando documenti certi di una sua effettiva presenza. Così non è per la Lunigiana, essendo documentalmente certa la sua presenza prima a Sarzana e poi a Castelnuovo Magra la mattina del 6 ottobre 1306 per la stipula della pace tra il vescovo di Luni e i Malaspina".
"Se dunque l’attenzione a Dante in terra spezzina era scontata - ancora nelle ultime settimane si sono succedute diverse occasioni di approfondimento e di confronto -, vale la pena di rilevare la scarsa attenzione rivolta al rapporto tra il poeta e la Chiesa cattolica. La cultura italiana degli ultimi due secoli, dal positivismo al neo-idealismo e non solo, ha infatti spesso trascurato, per non dire osteggiato il valore cristiano del “messaggio” dantesco".
"Lo ha fatto magari enfatizzando le riserve in passato mosse ad alcuni passi della “Commedia”, con critiche non trascurabili al Papato o comunque a figure del mondo ecclesiastico. E’ però da dire che, da oltre un secolo a questa parte, gli stessi Sommi Pontefici hanno sottolineato più volte il valore che da attribuire a Dante. Documenti specifici sono stati così pubblicati in occasione dei centenari danteschi: la lettera enciclica “In Praeclara Summorum” di Benedetto XV per il sesto centenario della morte (1921), la lettera apostolica “Altissimi Cantus” di Paolo VI per il settimo centenario della nascita (1965) e, da ultimo, la lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae” di Francesco per l’attuale settimo centenario della morte".
"Nei documenti dei Papi, così come in alcuni significativi recenti interventi del Pontificio consiglio per la cultura, viene tra l’altro sottolineato come non sia solo la cantica del “Paradiso” ad interessare sotto il profilo della fede e della storia cristiana, bensì l’intero poema".
"Proprio ieri sera, a Sarzana, la cappella musicale “Maberini” ha proposto al pubblico dieci testi corali il cui richiamo è contenuto in modo specifico nelle tre cantiche, per cui l’intero viaggio immaginario (ma simbolicamente “forte”) del poeta appare costellato da continui e significativi richiami liturgici. Nelle prossime settimane, inoltre, la sezione di Sarzana del Museo diocesano richiamerà, nel contesto di un evento artistico, il valore di un personaggio che nella “Commedia” è centrale, ma di cui quasi mai si parla: santa Lucia. Dante è certo di tutti, ma proprio per questo è di quanti “non possono non dirsi cristiani”. E forse è giusto sottolinearlo".
Testo di Egidio Banti
