"Tre" di Marta Abate e Michelangelo Frola, con l'interpretazione di Simone Benelli, Francesco Fontana e Giulia Mattola, desidera proporre con ironia, disincanto e poesia, una riflessione sulla famiglia, grande protagonista anche nella crisi di quest'ultimo anno.
"Tutte le famiglie cercano di dare al mondo una certa immagine di loro stesse, oggi più che mai, con il massiccio utilizzo dei social network. Perché lo fanno?" – si chiedono gli autori – "Per consolidare i propri legami di affetto e amore interni, per dimostrare qualcosa, per puro esibizionismo, famigliocentrismo, narcisismo? Questa è forse la prima domanda che ci siamo posti e che poniamo al pubblico. Ma ci siamo anche imposti di non dare risposte, forse non riuscendoci del tutto, perché crediamo che ognuno debba maturare le proprie. Tutte le famiglie hanno una dimensione interiore, conscia e inconscia. Quanto sono realmente libere di svilupparla senza condizionamenti esterni? Forse molto meno di quello che pensano. Quali sono poi i retroscena delle famiglie di oggi? Il loro livello di conflittualità è cresciuto?"
"Tre" racconta gli alti e bassi di una famiglia dei nostri giorni. Una famiglia fatta di relazioni e dinamiche non sempre facili, ma assolutamente necessarie. Una famiglia dove a volte ci si riesce ad ascoltare e capire, a volte decisamente no. Come nella metafora dei porcospini inventata da Arthur Schopenhauer. "Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini per proteggersi dal freddo." narra il filosofo in Parerga e paralipoena - "Ben presto però furono troppo vicini e cominciarono a pungersi con le loro spine. Il dolore li costrinse allora ad allontanarsi. Quando il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo a stare insieme si ripeté la stessa cosa, e ancora e ancora, fino a quando non riuscirono a trovare la giusta vicinanza, che gli consentiva di scaldarsi l'un l'altro senza però arrivare a ferirsi." Così, i tre personaggi dello spettacolo cercano un equilibrio nel loro essere famiglia, cercando un dialogo che non sia scontro, ma un modo per stare insieme davvero. Una vicinanza che gli permetta di dimostrarsi il reciproco affetto, senza ferirsi.
Il progetto Nuove Terre d'Inverno presentato da Officine Papage è realizzato con il contributo di Fondazione Carispezia nell'ambito del bando "Cultura in Movimento", volto a promuovere iniziative nelle arti visive e performative per la valorizzazione dell'identità culturale del territorio.