Il "vergogna, vergogna" urlato tra il suono delle trombe ed i fischietti ha concluso alle 19 il lungo "sit in" iniziato alle 8 del mattino di ieri, e obbligato il responsabile del punto vendita, ancora aperto, a recarsi dalla macchina della Polizia per segnalare l'eccesso.
Ma i manifestanti si sono ritirati subito, soddisfatti dell'unione trovata in questi tre giorni di manifestazione comune, e pronti ad ascoltare le parole di conclusione dalla voce del segretario Marco Callegari di Uiltucs, e di Alessandro Grassi della Rappresentanza Sindacale Aziendale di GranCasa.
"Rinviamo tutto alla riunione che si terrà il 7 al Ministero, dove difficilmente andrà in porto la trattativa – spiega Callegari – ma qui a Sarzana abbiamo una possibilità, seppure difficilissima, che però ci dobbiamo giocare sino in fondo: la quarta giornata di sciopero che attiveremo per l'8 giugno in aggiunta alle nostre/vostre offerte, quelle di 40 dipendenti che si riducono l'orario di lavoro dalle 40 ore alle 30 ore per bilanciare e annullare gli esuberi dichiarati".
Sia Callegari di Uiltucs che Luca Comiti di Filcams Cgil ritengono questa offerta pienamente ricevibile dal gruppo GranCasa, perchè andrebbe a compensare le circa 400 ore di esubero dichiarate dall'Azienda, una rimodulazione degli orari globali che potrebbe evitare gli 11 licenziati nella filiale di Sarzana (non più i 12 previsti perché un full time ha lasciato di propria iniziativa).
"La strada è impervia ma era l'unica possibilità da perseguire, con queste tre giornate di sciopero li abbiamo obbligati ad ascoltarci e abbiamo anche attivato l'interesse dei politici locali e della Regione Liguria, il cui Assessore Giovanni Berrino ci ha telefonato per organizzare un incontro in Regione dopo il 10 di giugno. Abbiamo portato l'attenzione alla politica, ed alla politica chiederemo conto senza dimenticarci delle loro promesse".
La vicenda della problematica che attanaglia GranCasa è ormai ben risaputa (qui potete leggerne un'approfondimento) e riguarda, a livello nazionale, le procedure di licenziamento collettivo avviate dal Gruppo GranCasa (Grancasa S.p.A., Mercatone di Desenzano S.r.l., Mercatone dell'Umbria S.r.l. e Gest Due S.r.l.), e la fumata nera successiva sulle trattative sindacali.
158 gli esuberi previsti dall'Azienda leader nel settore dell'arredamento nelle sue 15 sedi, di cui 12 unità a Sarzana.
Al Tavolo aperto a livello nazionale presso il ministero l'Azienda ha sinora chiuso la porta e rifiutato le offerte ricevute: contratti di solidarietà e rimodulazione orari di lavoro.
Ora è tutto rinviato all'incontro previsto al Ministero per il 7 di giugno, nel frattempo i lavoratori del Gruppo non dormiranno ancora sonni tranquilli e continueranno a chiedersi se sia vero quello che si mormora in giro, che si ipotizza, ovvero: che il Gruppo stia cercando di fare pulizia per rendersi più appetibile in caso di vendita ad altro marchio, se non addirittura per arrivare ad una chiusura totale.
Ma queste sono per ora solo ipotesi, sospetti, che magari si chiarirànno in breve, attendiamo insieme ai lavoratori quindi.
Nelle tre giornate di manifestazione oggi concluse molti i politici che si sono avvicendati a portare solidarietà ai dipendenti della filiale, tra cui: i deputati Raffaella Paita e Lorenzo Viviani, i regionali Juri Michelucci e Francesco Battistini, il vicesindaco sarzanese Costantino Eretta, la delegazione del Pci sarzanese e altri ancora, oltre al Segretario generale della Cgil spezzina, Lara Ghiglione (la cui intervista potete ascoltare qui).