Giovedì 31 gennaio 2019 il Coordinamento No Biodigestore Saliceti si è nuovamente riunito nel timore che si ripresenti l’ipotesi di collocare il digestore a Saliceti. Tale preoccupazione si è rafforzata a seguito delle ultime notizie pubblicate sulla bocciatura degli ordini del giorno discussi in Regione Liguria il 22 gennaio 2019 e dopo le dichiarazioni di Garavini, ex amministratore unico di Acam e da poco entrato nel consiglio di amministrazione di ReCos.
Destano altresì grande preoccupazione le recenti denunce dei cittadini di Ferrania per la “puzza insostenibile e nauseabonda” del biodigestore (inaugurato nel 2016) che smaltice 30 mila tonnellate di rifiti l’anno, ma anche le denunce della popolazione di Montoro, Voghera, Torrioni e altri, per i miasmi causat dai biodigestori locali.
Il coordinamento ribadisce che il territorio intorno a Saliceti sta già pagando un prezzo salato in termini ambientali, non solo perché è diventato il retroporto della Spezia, perché è occupato da migliaia di container che stanno deturpando e fagocitando il territorio e per l’enorme quantià di camion che li movimenta, ma soprattutto per ì’impianto di trattamento dei rifiuti indiffrenziati (TMB) situato a Saliceti nel quale approdano circa 60 mila tonnellate all’anno di rifiuti provenienti esclusivamente dal Tigullio e che a pieno regime tratterà oltre 100.000 tonnellate.
Sulla base di autorevoli ricerche scientifiche, a preoccupare non sono solo le emissioni odorigene, ma quello che i nostri sensi non riescono a percepire. Infatti gli impiant di TMB emettono, fra le sostanze gassose, composti organici volatili (COV) altamente cancerogeni (vedi tabella delle emissioni da TMB slide 13 e segg). La loro emissione si può limitare solo con l’impiego di speciali filtri notevolmente
costosi. Chi garantice ai cittadini che tutte le procedure vengano attuate in modo adeguato? Quale organismo super partes si assume il compito di effettuare i controlli in modo trasparente? Il Coordinamento è pronto ad affontare qualsiasi legittima iniziativa al fine di scongiurare l’eventualità di un impianto di digestione anaerobica sul proprio territorio e a far luce sull’attuale impianto di TMB di Salicet e sulle ripercussioni che quest’ultimo può aver avuto sulla salute del territorio e dei suoi abitanti dalla sua messa in funzione a oggi.
A tutte queste preoccupazioni il Comitato “No Biodigestore Saliceti sta cercando delle risposte, a tal proposito organizzerà a breve un’assemblea pubblica alla presenza di legali, tecnici esperti di problematiche ambientali e amministratori.
Coordinamento No Biodigestore Saliceti