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Responsabilità medica, la riforma tra luci ed ombre In evidenza

Alla Spezia un convegno ha fatto il punto sulla situazione.

Anche il mondo sanitario spezzino è in allarme per "l’aumento considerevole delle richieste di risarcimento danni non sempre fondate su reali casi di cattiva gestione clinica". Una preoccupazione quest’ultima messa sotto la lente di ingrandimento dal recente convegno organizzato dall’Ordine dei Medici della Spezia per fare il punto sulla legge Gelli e alcuni dei suoi principali obiettivi quali la riduzione del ricorso alla medicina difensiva e la limitazione dell’utilizzo del processo penale.

La sala conferenze dell’Ordine dei Medici di via Veneto è diventata teatro di una lezione di particolare rilevanza grazie agli interventi di due professionisti di fama dell’Università di Pisa, grandi esperti della riforma Gelli: la professoressa Emanuela Turillazzi, direttore della Scuola di specialità di Medicina legale, e il professore Marco Di Paolo.

Salvatore Barbagallo, presidente dell’Ordine dei Medici, ha aperto i lavori con alcune riflessioni sulle richieste di risarcimento legate alla ‘colpa dei medici’, un fenomeno in notevole incremento rischiando di riflesso situazioni di difficoltà nei confronti dell’attività professionale. Anche nella provincia spezzina infatti il numero delle denunce è in crescita, ma solo pochissimi casi vedono nei medici la parte soccombente, in linea con le statistiche nazionali.

La professoressa Turillazzi ha fatto il punto sugli aspetti positivi della legge Gelli, nata dai problemi emersi in ambito di responsabilità (dall’aumento dei contenziosi, ai costi assicurativi, alla medicina difensiva) e nata dal proposito di coniugare la sicurezza del paziente con le responsabilità del medico. Si è soffermata sui nuovi criteri per la formazione e l’aggiornamento degli albi dei periti e dei consulenti, necessari per evitare il rischio di disparità tra la difesa e l’accusa, la parte che può permettersi magari figure di somma dottrina. Tra le altre cose ha parlato di sicurezza delle cure come diritto costituzionale e di gestione del rischio clinico. Turillazzi ha concluso definendo la legge Gelli ottima sulla carta ma ancora alle prese con problemi applicativi.

Proprio sugli aspetti più in ombra si è inserito l’intervento del professor Marco Di Paolo. A due anni di distanza dalla sua entrata in vigore, la riforma Gelli non ha ancora avuto effetti sostanziali importanti sul mondo sanitario per quanto riguarda il problema della responsabilità professionale con la speranza che ne possa avere a medio lungo termine. Ha analizzato le difficoltà di attuazione per quanto riguarda le linee guida alle quali medici e operatori sanitari devono attenersi nello svolgimento dell’attività. Un passo legato a doppio filo con l’esclusione della punibilità quando sono rispettate le raccomandazioni dettate appunto dalla normativa.

Al termine degli interventi di Turillazzi e Di Paolo sono seguiti numerosi interventi da parte di medici e avvocati.

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