Le operazioni, particolarmente complesse per i diversi aspetti di tutela coinvolti, in particolare quelli di tutela ambientale in considerazione della presenza di gasolio nelle casse dell’unità, sono state coordinate dalla Capitaneria di porto della Spezia e seguite in loco dall’Ufficio Locale Marittimo di Porto Venere.
Due le ditte locali incaricate dal privato – un professionista di Parma - con immediatezza: la SUB MARINER e la SEPOR. La prima si è occupata del recupero in sicurezza dell’imbarcazione, la seconda degli aspetti di tutela ambientale, circoscrivendo il natante con barriere di contenimento e panne idrorepellenti assorbenti e bonificando poi lo specchio acqueo interessato da una modesta fuoriuscita di gasolio.
Complesso l’intervento anche se l'imbarcazione era in porto, considerati gli esigui spazi in cui operare, le dimensioni e le particolari caratteristiche costruttive dell’unità, ma portato a termine con successo con la messa in galleggiamento dell’unità, il rimorchio ed il successivo alaggio in sicurezza presso la Darsena Pagliari.
A causare l’ingresso di acqua nello scafo ed il conseguente affondamento dell’unità, secondo i primi accertamenti curati dal personale dell’Ufficio Locale Marittimo di Porto Venere, potrebbe essere la rottura di una “presa a mare” di un locale adibito ai servizi igienici.
Con l’occasione, la Guardia Costiera raccomanda, prima di ogni uscita in mare ea al rientro in porto, di verificare bene sempre lo stato di efficienza della propria imbarcazione, dell'apparato motore ed, in particolare, prima di lasciare l’unità all’ormeggio “ incustodita” di controllare che siano chiuse le valvole delle prese a mare, la portelleria stagna, gli oblò, i boccaporti e tutte le potenziali vie d’acqua indesiderate.