"Strana città la nostra.
Spesso si bea del suo passato.
Lo esalta, attraverso manifestazioni riuscitissime, come quella di questi giorni in cui, con grande pathos ed emozione ha pensato di celebrarlo con una azzeccatissima sfilata di mezzi militari dell’ultima guerra.
Giusto tributo di una città le cui radici militari ne hanno determinato da sempre lo sviluppo e il suo destino.
Come avvenne tra il ‘40 e il ‘45 quando La Spezia pagò un prezzo altissimo proprio per la presenza in loco della Marina Militare, risultando tra le tre più bombardate dello stivale.
Giustissimo dunque, rievocare la liberazione con una manifestazione di quel tipo.
Purtroppo però, i mezzi militari erano una delle poche cose intatte che abbiamo potuto vedere, visto che nel frattempo la città che li ha ospitati è stata più volte bombardata, anche in tempo di pace, non dagli alleati che la volevano liberare, ma dai politici, che nel frattempo l’hanno governata dopo essersene impossessati.
Rispetto a quel 1945 quei mezzi militari sfilando, non hanno più ritrovato le nostre spiagge, con gli attrezzatissimi stabilimenti balneari. Non hanno più ritrovato i famosissimi Helios o Iride, distrutti non già da una bomba, ma da poco avveduti politicanti che non hanno saputo capire che la città, per la sua collocazione geografica, poteva essere l’ideale proseguimento della vicina Versilia, piuttosto che uno squallido porto commerciale “gioia e delizia” di spedizionieri “sempre in affanno” e di grandi gruppi commerciali che da sempre mercanteggiano la loro permanenza con espansioni del porto stesso, in tutte le direzioni. (Mare-Monti e cielo)
E così Spezia non ha più spiagge, né possibilità turistiche (nonostante le tante belle parole circa la sua più volte ritrovata vocazione turistica), e i residenti dei quartieri del Levante farebbero bene ad abbandonare le proprie case alla locale Autorità portuale, che da anni con tante “chiacchere e distintivo” li sta costringendo a vivere in un luogo rumoroso , insalubre e squallido.
I mezzi militari che hanno sfilato, non hanno ritrovato rispetto al 1945 nemmeno il “Molo Pagliari”...tanto celebrato, persino da una bella lapide all’entrata del comune, ma che non si è saputo preservare con il rispetto che avrebbe meritato e che oggi pare sempre più una orribile baraccopoli costruita sul mare, invece che un “luogo della memoria”.
Che dire poi di cosa avranno pensato gli intatti mezzi militari della liberazione, quando avranno rivisto la storica piazza Saint Bon, tramutata da piccolo polmone verde cittadino a “spianata di cemento” con tanto di sole a picco dall’alba al tramonto, un tempo metà delle passeggiate domenicali degli spezzini e delle loro famiglie e oggi triste stazionamento di ubriaconi molesti di varie etnie.
O della altrettanto storica Scalinate Cernaia, devastata a colpi di cemento in stile “centro commerciale” (l’unico modo in cui si sa costruire a La Spezia) e privata delle sue bellissime Sofore che in quel posto regnavano da un secolo, sostituite da asfittiche e infestanti Acacie (tanto per devastare un po’ la faces anche di quel luogo)
Infine i poveri mezzi, sempre più allibiti, si saranno ricordati di come in quell’aprile del 1945 entrarono salutati dalla folla in festa in una piazza, dove da poco era stato demolito il suo altrettanto storico Teatro.
Si era deciso, sicuramente in modo sofferto di privarsene, per dare alla giovane città, che nel frattempo era cresciuta, una espansione e un collegamento viario veloce tra le zone a Nord e a Sud .
La piazza comunque era bellissima con i suoi palazzi Liberty e quel bel filare di giovani pini a fare da delizioso spartitraffico. Si chiamava Piazza Verdi quel luogo ed era caratterizzato proprio dal ancor giovane imponente palazzo delle poste e da quel filare di alberi.
Ebbene quei mezzi, tanto bene conservati che hanno fatto bella mostra di se nelle nostre strade (molto meno ben conservate, visto le buche e le molte deturpazioni) non hanno più ritrovato neppure quella piazza. Distrutta da un sindaco che, in buona compagnia con molti altri che l’hanno preceduto, ha pensato bene di modernizzare e riconnotare, invece che di amministrare semplicemente ciò che con il loro voto i cittadini gli avevano affidato.
Risultato : Buche, Fogne mal funzionanti ed Enel col suo carbone li abbiamo ancora. Piazza Saint Bon, Piazza Verdi, Cernaia e tanto altro invece no !
I mezzi poi, sfilando per la città, avranno riconosciuto sicuramente la bella (anche se molto malandata) Pinetina dei giardini pubblici, già adocchiata da qualcuno in passato, ma tuttavia sfuggita al massacro delle ruspe che avrebbero dovuto costruirvi (chissa poi perché proprio in quel posto) un altro squallido parcheggio interrato. Per una volta pare che le Soprintendenze abbiano fatto il loro dovere dichiarando il progetto folle e inattuabile.(L’avessero fatto anche per Piazza Verdi)
Quel sindaco era, per la cronaca sempre il Signor Federici che oggi si ritiene offeso dalle parole del Professor Sgarbi che gli ha dato del vandalo (n.d.r).
Ecco questo è molto altro ancora avrebbero pensato, se le camionette lo potessero fare, i mezzi del 1945 entrando in questi giorni alla Spezia, dopo avere visitato tante altre città italiane , che invece, beate loro, hanno saputo preservare e mantenere in vita i propri tesori....
Avrebbero pensato : povera Spezia! Dove saranno finiti il suo mare, le sue piazze e le sue storiche scalinate?
Poi... un po’ deluse, sarebbero andate a fare il pieno per tornare a casa alle Terrazze...L’unica eredità che lasceremo in dote alle generazioni future..insieme al cemento del Mirabello e presto o tardi, al tanto sbandierato Waterfront.
L’amico Gino Patroni (la cui memoria viene tanto celebrata, ma il cui pensiero così poco rispettato) ne sono sicuro oggi mi direbbe: “O Baldino ma non lo sai ? Se il campo di Auschwitz fosse stato a Spezia, oggi sarebbe già uno dei più avviati centri commerciali della zona. Con una bella lapide all’entrata però eh?”
Massimo Baldino Caratozzolo