Un cittadino marocchino, A.Z. dell’86, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria in seguito alla denuncia sporta dalla moglie presso la Polizia Di Stato. Le ipotesi di reato contestategli sono quelle relative agli articoli 572 e 609bis del Codice Penale ovvero maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
I fatti risalgono all’estate appena trascorsa. La donna, di origine anch’essa nordafricana, ha sporto denuncia presso gli uffici della Polizia di Stato, evidenziando che già da tempo era stata vittima di maltrattamenti ed atti persecutori da parte del marito. I due, che hanno convissuto in un’abitazione della nostra provincia, hanno tre figli minori e non risulta al momento che l’uomo abbia mai maltrattato alcuno di essi.
I rapporti fra i due erano contraddistinti dalle prepotenze dell’uomo che spesso ha mantenuto comportamenti prevaricatori nei confronti della moglie, umiliandola continuamente.
L’episodio più grave, per il quale l’uomo è stato denunciato, sembra sia avvenuto in quel di Torino a metà luglio, nei giorni del 21 e 22, dove la coppia, con il figlio più piccolo, era ospite di un amico del marito, giunta nel capoluogo piemontese per espletare alcune formalità burocratiche.
Durante la serata, nel corso della cena, l’amico sembra abbia fatto delle rimostranze al marito, in pratica accusandolo del fatto di permettere alla moglie di vestire all’occidentale e senza usare il velo.
La risposta del marito è stata immediata: “In casa mia comando io e mia moglie fa ciò che le dico io”, evidenziando le affermazioni con un sonoro schiaffone sul viso della moglie. Quast’ultima a sua volta si rivolgeva all’amico del marito ammonendolo di non permettersi di pronunciarsi o criticare il proprio stile di vita e di non giudicarla. A quel punto il marito ha preso le parti dell’amico e ha costretto la moglie, tirandole i capelli e prendendola a pugni, a ritirarsi in camera da letto insieme al figlio piccolo.
Verso le tre di notte, il marito, entrava nella camera da letto dove aveva costretto la moglie, svegliandola e chiedendole perchè non avesse chiesto scusa all’amico per il comportamento da lei tenuto in precedenza e manifestando l’intenzione di avere un rapporto sessuale che la donna rifiutava.
A quel punto il marito la costringeva ad un rapporto orale mentre la teneva ferma e la colpiva con schiaffi.
Il mattino successivo, al risveglio, i due continuavano a litigare e la donna veniva nuovamente malmenata dal marito che continuava ad accusarla di avergli fatto fare brutta figura con l’amico.
La sera successiva la donna, con il figlio piccolo al seguito, si recava alla stazione ferroviaria di Torino dove riusciva a contattare il marito, che le aveva anche sequestrato il cellulare, comunicandogli la propria intenzione di andarsene.
Rivoltasi alla Polfer in stazione, la donna ha ricevuto aiuto dagli agenti che, dopo aver parlato con il capotreno, riuscivano a farla salire su un convoglio diretto a Genova, dova la donna voleva recarsi sebbene sprovvista di biglietto.
Una volta raggiunto il capoluogo ligure esponeva i fatti alla Polfer genovese che la accompagnava presso l’Ospedale Galliera per gli accertamenti e le cure del caso.
Dopo le dimissioni tornava alla Spezia, dove veniva accolta dagli altri due figli e dai Servizi Sociali che dapprima la accompagnavano presso una struttura religiosa e successivamente attivavano il Centro Antiviolenza Irene, grazie al quale la donna ed i figli, rispettivamente di 5, 7 ed un anno di età, hanno potuto essere trasferiti in una struttura protetta.
La donna ha voluto aspettare prima di presentare denuncia nei confronti dell’uomo. La denuncia è stata presentata l’8 settembre scorso presso la Polizia di Stato della Spezia. Ora sta al magistrato esaminare la posizione dell’uomo.