Il Coordinamento chiede un piano di reinserimento lavorativo.
Si ritengono "dimenticati da tutte le Istituzioni e i sindacati" i 149 lavoratori licenziati dalla Regione il 30 agosto 2013, dopo essere stati impegnati nei cantieri scuola lavoro della Provincia della Spezia iniziati nella primavera del 2012. Poi a causa della mancanza di fondi da parte della Regione Liguria dell’allora giunta di centro sinistra di Burlando erano stati lasciati a casa.
"Le cose non stanno andando bene nemmeno con la giunta Toti al quale sono state indirizzate diverse missive che non hanno mia avuto risposta, la stessa cosa per quelle invitate al prefetto della Spezia Garufi. Nessuna risposta hanno avuto le interrogazioni presentata dai parlamentari Caleo, Olearo, Mariani e Carocci": il Coordinatore di questi lavoratori, Gian Carlo Bailo, torna all’attacco chiedendo il rifinanziamento di un programma di cantieri scuola al presidente della Regione Giovanni Toti oltre ad un inconto con una delegazione.
"Ci domandiamo - afferma il Coordinamento - come mai si trovino milioni di euro per l’accoglienza dei migranti mentre 149 cittadini italiani sono stati scaricati sul lastrico da 4 anni senza una prospettiva, e molti di loro sono precipitati in una drammatica situazione d’indigenza. Una vera guerra tra poveri. Questi cantieri avevano interessato i comuni della provincia spezzina sui quali si era abbattuta l'alluvione del 25 ottobre 2011 e successive emergenze ed hanno riguardato in massima parte lavori di manutenzione e di prevenzione del territorio della Provincia della Spezia sotto il profilo della difesa idrogeologica. Per l'avviamento ed il mantenimento al lavoro delle 149 unità sono stati spesi più di 2milioni di euro di fondi regionali".
"La situazione delle famiglie di questi Lavoratori è drammatica - denuncia il coordinatore del gruppo Gian Carlo Bailo - come la testimonia la nostra pagina Facebook (
qui). Chiediamo alla Regione Liguria il rifinanziamento di un nuovo progetto per il reinserimento lavorativo anche attraverso la predisposizione di un vero piano di inserimento professionale, almeno triennale, che possa dare uno sbocco lavorativo stabile a noi lavoratori, anche attraverso una struttura di tipo consortile tra i Comuni dell'intera Provincia, che tra l’altro soffrono di mancanza di personale visto il decennale stop del turover. Noi chiediamo di lavorare. Il presidente Toti e tutte le altre Istituzioni ci rispondano. Pensiamo di averne diritto".