Con Ivana, la mamma di Moreno Veschi, se ne va un altro pezzo della storia della Resistenza del Termo. Infatti da giovane quindicenne orfana prese una decisione altruista e intelligente oltre che di grande valore; era infatti una ragazza coraggiosa che fino all'ultimo ha saputo essere all'altezza della sua età e dei suoi acciacchi, vigile sulle questioni del mondo che la circondavano e sempre immersa nell'attualità. Chissà, sarà stato quel gesto fatto da ragazza, così significativo e così simbolico, a farla vivere sempre attenta al mondo esterno e alla politica.
Dalla sua terra, nelle prime colline del Termo, le Brigole, nella sua capanna iniziò la lotta della brigata partigiana che fece l'attività clandestina e la lotta di resistenza nei nostri quartieri, e proprio per ricordarla e ricordare a tutti una storia così importante, riportiamo un brano tratto dal libro di Renato Orlandi, Presidente Anpi Levante: "La capanna della Fondega".
"Come dicevo mio padre non andò più verso Parma anche perché, dopo alcuni giorni, ci fece visita una signora che abitava al Termo basso per invitare i miei genitori a recarsi a casa di lei, poiché una sua nipote, una ragazzina di 15 anni, desiderava parlare con loro. Il mattino dopo, dato che mio padre dovette recarsi molto presto al lavoro, con mia madre ci recammo a casa della signora, la quale ci fece conoscere la giovane nipote. La ragazza si chiamava Ivana e lei, con un sorriso accogliente ci fece accomodare in cucina, iniziando a parlare della guerra e dei momenti drammatici che quotidianamente dovevamo affrontare e e mentre parlava, con fare di donna matura, procedeva a mettere ordine alla cucina di casa. Dopo un poco si sedette vicino a mia madre dicendole: "Signora Alice mi deve scusare se mi sono permessa di farla camminare con i suoi tre figli per venire da me. Io conosco il suo nome e so che sto parlando con una moglie e una madre per bene. Il motivo mio, sempre che voi possiate, e quello di offrirvi di lavorare il mio terreno della Fondega, posto proprio vicino a casa vostra. E mia madre chiese a Ivana quanto avrebbe preteso di affitto per un accordo. Ivana si alzò in piedi e mettendo una mano sulla spalla della mamma disse:"Senta Alice, io sono una ragazza orfana, non potrei portare avanti un impegno così. Di quel terreno non voglio nulla. Desidero solo che continui a essere coltivato per onorare il ricordo e il rispetto verso i miei genitori". Mia mamma prese fra le sue mani il viso esile di Ivana e la baciò sulla fronte e con voce tremante disse: "Non so neppure cosa dire e nemmeno come ringraziarti".
Ecco così vogliamo ricordare Ivana, esile ma decisa, e fieri di averla conosciuta ringraziarla anche a nome di tutti i Partigiani della Fondega.
Sezione ANPI Levante
Circolo PD Melara