Le conseguenze del recente boom di arrivi di migranti sulle coste italiane (più di 10 mila negli ultimi giorni) si fanno sentire anche sulla provincia della Spezia: sono infatti 71 quelli arrivati nelle strutture di accoglienza dello spezzino nel corso dell’ultima settimana. E non sono esclusi ulteriori arrivi nei prossimi giorni, anche se i migranti ospitati in provincia hanno già ampiamente superato quota mille. Secondo i numeri forniti dal Ministero dell’Interno, infatti, dall’1 gennaio al 27 giugno di quest’anno sono sbarcati in Italia 73.380 migranti, il 14,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (64.133).
Nel dettaglio, per quanto riguarda la nostra provincia, il 27 giugno sono arrivati alla Spezia 10 migranti provenienti da Messina, il 28 giugno 10 migranti provenienti da Augusta e altri 10 da Catania, il 29 giugno 10 da Palermo, il 30 giugno 8 da Salerno, l’1 luglio 7 da Corigliano Calabro e infine ieri 10 provenienti da Catania e oggi 6 da Reggio Calabria. È un flusso continuo che mette a dura prova le strutture spezzine, che già hanno dimostrato un notevole impegno in materia di accoglienza. Non mancano nemmeno le tensioni con i sindaci e i cittadini del territorio, da ultime quelle registrate ad Ameglia qualche giorno fa.
Secondo le informazioni che Gazzetta della Spezia ha raccolto dalla Prefettura, fra i migranti arrivati in provincia da martedì scorso (provenienti nella maggioranza dei casi dal Sudan) non ci sarebbero né donne né bambini (quindi nessun nucleo familiare). I migranti sono stati ospitati nelle strutture di accoglienza dei comuni di La Spezia, Sarzana, Arcola, Follo, Maissana, Varese Ligure e Beverino.
Anche i sindaci del territorio non nascondono la preoccupazione, e sottolineano anche l’assenza di strutture adatte all’accoglienza dei migranti. Come il sindaco di Arcola Emiliana Orlandi: “Qui abbiamo già 70 persone precedentemente collocate – spiega a Gazzetta della Spezia – abbiamo fatto una ricognizione della disponibilità di nostre proprietà, ma non ne abbiamo, sono rimasti solo i privati. Io sono per l’accoglienza, ma ci vuole una giusta distribuzione, corrispondente alle disponibilità che ogni comune può avere, noi siamo già oltre la percentuale che ci dovrebbe essere assegnata (la quota è di 2,5 migranti ogni mille abitanti: ad Arcola quindi dovrebbero essere al massimo 26, ndr)”.
“Queste 70 persone sono sistemate solo in strutture private – continua Orlandi – In caso di assoluta emergenza l’unica possibilità sarebbe costruire una tendopoli. Come patrimonio comunale non abbiamo disponibilità di spazi da utilizzare allo scopo, non escludo ci siano privati che abbiano locali da mettere a disposizione della Prefettura. Secondo me non c'è una distribuzione proporzionalmente uguale in tutti i comuni”.
Duro il sindaco di Beverino Massimo Rossi: “Oggi stesso chiederò un incontro col Prefetto, perché ho avuto la sensazione netta che si stia preparando un’abitazione di un privato a 100 metri da un’altra struttura dove sono già presenti 18 ospiti, sempre nella frazione di San Remigio-Castiglione Vara. Arriveremo a 30 presenze su circa 50 abitanti. Come amministrazione non abbiamo disponibilità di strutture idonee per accogliere. Siamo alla mercé della disponibilità dei proprietari privati. Soprattutto se i nuovi arrivi sono in prima accoglienza la problematica è igienico-sanitaria. Se fossero in seconda accoglienza arriverebbero con le vaccinazioni già fatte, invece nel caso di prima accoglienza non conosciamo la loro situazione igienico-sanitaria. Non siamo contrari all’accoglienza o alla solidarietà – conclude Rossi – però non abbiamo strutture. Quello che mi preoccupa, visti i precedenti che abbiamo avuto, sono le associazioni che nascono come funghi per gestire la situazione, facendolo con approssimazione, dietro le quali c’è un business con la b maiuscola.”