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Planet Funk: 25 anni di successi, una nuova fase creativa ed arriva anche il Festival di Sanremo In evidenza

di Elena Voltolini - Il sarzanese Marco Baroni, co-fondatore del gruppo, ci racconta questa "ripartenza", l'emozione di partecipare alla manifestazione canora e i progetti futuri.

Tra i tanti successi in bacheca e le innumerevoli bandierine che sul mappamondo segnalano i posti in cui hanno suonato, stonava un'assenza, vicina e prestigiosa. In 25 anni di musica i Planet Funk, protagonisti assoluti della musica dance ed elettronica internazionale, radici spezzine, per la precisione sarzanesi, hanno portato le loro canzoni in tutto il mondo facendo ballare e cantare milioni di persone. Ora per le loro nozze d'argento con la musica riempiono una casella vuota del loro straordinario curriculum artistico, cominciando a sfatare il detto “Nemo profeta in patria”, che nella loro carriera si è, in qualche modo, rivelato veritiero.
Per i 25 anni di musica i Planet Funk si regalano, e regalano ai propri fan in tutto il mondo, l'occasione di cantare come ospiti (e di vederli) al Festival di Sanremo.

Marco Baroni, sarzanese, co-fondatore del gruppo, ci parla di questo frangente creativamente molto florido, con un nuovo singolo di successo, altri pezzi in uscita e un tour in programma. Una sorta di “rinascita” dopo il grande dolore per la morte di un componente del gruppo, Sergio Della Monica.


Nella vostra lunga carriera ricca di successi, Sanremo mancava. Dopo 25 anni è arrivato, per te che sei ligure una doppia soddisfazione...
E' un riconoscimento che fa molto piacere. Sanremo è il massimo dell'espressione della musica italiana e non solo. E' un grande avvenimento che seguono in molti. Esserci è una bella soddisfazione per noi, ma anche per i nostri amici, i familiari e soprattutto i nostri genitori, che appartengono ad una generazione per la quale Sanremo era ed è un'Istituzione.

Come è arrivata questa opportunità di essere a Sanremo come super-ospiti?
Negli ultimi due mesi sono successe molte cose inaspettate. Siamo usciti con il nuovo singolo, “Nights in White Satin”, le radio hanno iniziato a passarlo, sta andando bene ed è arrivato anche Sanremo. Quando esci con un pezzo nuovo, che riscuote subito successo, si riattivano molti canali. Al Festival non potevamo certo dire di no. Ci andiamo davvero molto volentieri.

Sarete ospiti dell'ultima serata di Sanremo, quella che incoronerà in vincitore della 75esima edizione e suonerete dalla nave ormeggiata a largo della città. C'è un po' di “rammarico” per essere ospiti a Sanremo ma non essere all'Ariston?
Forse è meglio essere sulla nave, ci sarà magari un po' meno tensione. Inoltre, probabilmente l’atmosfera sarà più simile ad un club, che è il nostro habitat naturale.

Potrebbe essere un primo passo verso il palco dell'Ariston, verso una partecipazione in gara?
Chissà, non si può mai sapere. Sono cose che se arrivano, arrivano nel momento in cui devono arrivare, perchè c'è la canzone giusta. Io, comunque, ultimamente sto scrivendo anche in italiano, quindi mai dire mai.

State festeggiando le nozze d'argento con la musica, 25 anni di attività, tanti successi ed ora anche Sanremo, che in carriera vi mancava. Che cosa vi continua a sorprendere?
Anche per questo ci ha fatto doppiamente piacere l'invito a Sanremo. Sono 25 anni che abbiamo iniziato questo progetto musicale ed è bello vedere che c'è ancora spazio per fare qualcosa di nuovo e di importante, secondo noi, ed è bellissimo vedere che abbiamo molto riscontro ancora oggi, dopo che è trascorso tanto tempo dai nostri esordi e che abbiamo attraversato molte fasi, alcune anche molto difficili, soprattutto la perdita di un compagno. Nonostante tutto questo, ci siamo e c'è chi ci ascolta.
Ai nostri concerti ci rendiamo conto che con la nostra musica “abbracciamo” più generazioni: dai giovani che ci scoprono attraverso le ultime canzoni, ai loro genitori che ci seguono dall'inizio. È bello avere un pubblico di diverse generazioni.

Siete usciti con un singolo che ha riscosso subito un ottimo successo, che cosa possiamo anticipare ai vostri fan, cosa si devono aspettare nei prossimi mesi?
Vogliamo ripartire alla grande. Sull'onda di questo singolo e di altra musica che uscirà in questi mesi.
Stiamo lavorando per creare nuova musica e anche ad un tour. Siamo felici perchè nella musica, come nella vita, non è mai scontato nulla: ci sono continue sorprese, alcune belle, altre meno belle. Non sai mai cosa ti aspetta. Ora sento che stiamo entrando in una bella fase, quindi siamo contenti.

Dovete passare dalla Spezia...
Se ci invitano, molto volentieri. Alla Spezia in effetti ci siamo esibiti solo per Capodanno qualche anno fa.

Come dicevamo, i Planet Funk sono nella storia della musica italiana ed internazionale da 25 anni. Dai vostri inizi sicuramente il panorama musicale è cambiato tantissimo e si è modificata anche la carriera dei musicisti. Semplificando ed estremizzando, potremo dire che si è passati dalla gavetta nelle sagre e nei piccoli locali ai social e ai talent. Cosa ne pensate?
In questi anni è cambiato davvero tanto. Noi che abbiamo vissuto quel periodo tendiamo a considerarlo migliore perchè era, in tante cose, più “reale”, c'era un sistema diverso e c'era fame di musica, le case discografiche cercavano artisti nuovi, emergenti. Noi sapevamo che se avessimo scritto un brano musicale bello, forte, a qualcuno sarebbe interessato ed avremmo potuto fare qualcosa di buono. Oggi è allo stesso tempo tutto più semplice e più complicato. E' più semplice perchè ognuno può proporsi grazie ai social, farsi la propria vetrina, ma è più complicato lasciare il segno e lasciarlo per anni.
Probabilmente biognerebbe anche cercare di esprimere la propria vera personalità attraverso la musica, oggi si tende a dividere la musica in generi, in settori, si pensa prima a dove ci si vuole collocare e poi si resta in quello spazio. Invece la nostra generazione ed anche la mia indole è stata sempre quella di cercare qualcosa di personale, di originale, che anche nella musica ha un certo valore.
Tanti ci dicono che appena sentono due battute di un nostro disco ci riconoscono, vuol dire che abbiamo una personalità, che è frutto di tante cose.
Per quanto riguarda i gruppi, poi, ci vuole anche la voglia di stare uniti: la band è come una famiglia, si vive di tutto insieme, bisogna lavorarci per preservarla e mantenerla viva.

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