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Sara Traini, una giovane imprenditrice agricola si racconta In evidenza

di Anna Mori - Sara ha avviato due anni e mezzo fa un'azienda agricola a Calice al Cornoviglio, tra le attività principali il gregge di pecore di razza massese e la lavorazione delle castagne con metodi tradizionali.

Abbiamo incontrato a Calice al Cornoviglio Sara Traini, una giovane imprenditrice agricola di 30 anni. Dopo gli studi universitari, ha sentito forte il richiamo della sua terra e ha scelto di aprire un'impresa agricola allevando pecore autoctone di razza massese e di lavorare i prodotti della terra, tra cui le castagne. 

"Mi chiamo Sara Traini ho trent'anni e sono la titolare di un'azienda agricola con sede a Calice al Cornoviglio nata circa due anni e mezzo fa".

Sara perché hai scelto di diventare imprenditrice agricola?

"L'idea di aprire l'azienda agricola nasce dalla passione che ho sempre avuto nei confronti degli animali, e in particolare delle pecore. Prima di avviare questa attività mi sono laureata in "Scienze e tecnologie delle produzioni animali" a Milano, dove pensavo di rimanere alcuni anni, per portare a casa un po' più di esperienza. Ma dopo alcuni mesi ho deciso di scappare e tornare a Calice al Cornoviglio, a casa mia, e ho quindi intrapreso questo percorso in cui mi occupo di allevare pecore di razza massese, che è una razza autoctona caratterizzata per il colore nero del mantello e la presenza di corna sia nei maschi che nelle femmine. Al momento ho circa una trentina di capi".

Nella tua azienda ti occupi anche della lavorazione delle castagne...

Esatto. Nella mia azienda produciamo farina di castagne con metodo tradizionale: ho ereditato, oltre alla passione dai miei nonni, anche delle strutture tra cui un antico gradile, ovvero un essiccatoio costruito alla fine dell'ottocento, in cui lavoriamo le castagne raccolte nel raggio di 3 - 5 km massimo. Le castagne vengono messe ad essiccare su un solaio costruito con travi di nocciolo che permette al fumo di passare, fumo che viene prodotto da un fuoco che rimane acceso per tutti i 40 giorni ed è alimentato con legno di castagno, proveniente dalla potatura degli anni precedenti. Il fuoco non deve mai spegnersi, la brace deve rimanere sempre ardente con la fiamma, altrimenti le castagne tostano e cambia completamente il sapore della farina. Trascorso questo periodo, le castagne vengono buttate giù da una botola aperta per l'occasione e quindi lavorate con un macchinario, anch'esso storico. Dal macchinario escono castagne senza buccia, la buccia utilizzata per paciamare o acidificare il terreno, e un misto composto da frammenti di castagna rotta che vanno ulteriormente selezionati e altra buccia. Quindi le castagne secche sbucciate vengono selezionate a mano, una ad una, quindi le castagne vengono portate ad un mulino ancora operativo a Filattiera per la macinatura a pietra, che permette di non scaldare le castagne e mantenerne il sapore nella farina.

Questa attività richiede tanti sacrifici...

Quando ho fatto questa scelta, avevo ben chiaro i sacrifici che avrebbe comportato aprire un'azienda agricola da sola in questa zona, sia dal punto di vista del tempo libero e della vita privata, che da quello economico. Inizialmente ho fatto un secondo lavoro che mi consentisse di sopperire alla mancanza di entrate nei primi anni di attività. Attualmente ho dovuto abbandonarlo per potermi dedicare al controllo delle mie pecore, in quanto la predaazione da parte di lupi è sempre più frequente, nonostante abbia già adottato sistemi di prevenzione, come la recinzione elettrica e un cane guardiano. Il problema è che nelle nostre zone non è così semplice e l'unica possibilità sarebbe quella di recintare tutti i terreni, investendo decine di migliaia di euro, che attualmente non posso permettermi. Il denaro che dovrò destinare alla costruzione della recinzione, è quello che in realtà avrei dovuto destinare alla realizzazione di un laboratorio in cui trasformare i miei prodotti, quindi diciamo che è un po' un cane che si morde la coda. Infatti il sacrificio che avrei dovuto fare per poter garantire la vendita di prodotti trasformati, attualmente è sfumato per la realizzazione di un recinto, altrimenti rischio di rimanere senza capi nel giro di pochi mesi, in quanto le predazioni dei lupi stanno aumentando e avvengono anche di giorno purtroppo, e non solo di notte come si potrebbe pensare.

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