Se da una parte, il primo soggetto naturale e insostituibile di questo processo rimane la famiglia nella sua peculiarità e specificità, la scuola però svolge un compito fra i più importanti di questo cammino di crescita.
Mi sembra doveroso partire dalla dimensione del dono in quanto, se da una parte non mancano certo difficoltà e criticità, dall'altra, la dedizione, l'attenzione, la professionalità e l'impegno di coloro che, a qualunque titolo, quotidianamente operano in questo settore permette di tenere lo sguardo positivamente orientato verso l'obiettivo comune da raggiungere.
La formazione, lungi dall'essere un solo momento tecnico e di apprendimento, è indirizzata alla maturazione e alla valorizzazione della persona in tutte le sue dimensioni.
In quanto tale, il momento formativo vede coinvolti una molteplicità di soggetti attivi.
Infatti la proposta formativa oltre a richiedere oggettività, professionalità, metodicità nel cammino, da parte di chi la propone, non può fare a meno della responsabilità all'autoeducazione di colui che la riceve.
Questo non vuol dire che autoeducazione voglia significare educarsi da soli o formarsi da soli. Ognuno di noi ha bisogno di imparare e si impara quando si sa accogliere il patrimonio di cultura ed esperienza che altri ci vengono a proporre. Ma nello stesso tempo nessuno può essere realmente formato se non accetta il grande e spesso faticoso compito di formare se stesso. Questo vuol dire autoeducazione: non "educarsi da soli" ma "educare noi stessi".
Tutto ciò implica la capacità di una seria assunzione di responsabilità, sia per il docente che per lo studente. È infatti in gioco il profilo alto della persona umana e in quell'orizzonte il profilo alto di una comunità sociale che si sappia riconoscere quotidianamente in quei valori scritti nel cuore dell'uomo ma che sempre devono essere letti ad alta voce per non venir dimenticati.
Valori di rispetto, di solidarietà, di comunione, di libertà autentica.
Valori legati a quel bene comune che vede valorizzati tutti gli uomini e tutto l'uomo, a partire dalla sua interiorità, dalla sua spiritualità, fino al suo sapersi esprimere in relazione di comunione e di collaborazione con gli altri in un cammino e in un progetto comune.
Cammino dunque che si fa dialogo, accoglienza, integrazione con culture diverse, e che permette a tutti noi di superare la grande tentazione dell'individualismo che tende a rinchiuderci in un soggettivismo sterile.
A quanti dunque sono presenti nel mondo della scuola, sia pure a titoli diversi, va il mio augurio più cordiale perché la loro opera e il loro impegno siano un seme fecondo di comunione e di pace.
Luigi Ernesto Palletti, Vescovo della Spezia – Sarzana – Brugnato