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Raccolta firme Rete Ambiente: “I fumi delle navi da crociera danneggiano la salute pubblica” In evidenza

di Marina Lombardi – L’inquinamento preoccupa i cittadini, l’OMS stila nuove linee guida: Rete Ambiente “che noi non rispettiamo”.

E' il terzo incontro dal 6 ottobre a cui la Rete Ambiente Altro Turismo partecipa per sensibilizzare i cittadini sul tema dei fumi delle grandi navi ormeggiate nel porto spezzino e sui danni alla salute pubblica, sulla base di una serie di constatazioni, ricerche e linee guida OMS.

“Nel 2023 l’OMS ha modificato le raccomandazioni rispetto alle emissioni, secondo le nuove linee guida siamo fuori dai limiti tutti i giorni – afferma l’ingegnere Vittorio Gasparini – l’OMS comunica che a causa di questo ci saranno molte morti premature”. La legge attuale che definisce i valori limite degli inquinanti atmosferici è infatti entrata in vigore nel 2010, sulla base delle linee guida OMS che risalgono al 2005. “Oggi l’OMS ci dice che con quei valori si muore e le nuove linee guida hanno stabilito che la media annua del biossido di azoto deve essere di 10 microgrammi a mc anziché 40 – affermano i rappresentanti presenti di Rete Ambiente altro turismo – hanno anche inserito un limite giornaliero, prima non considerato, che non deve essere superiore a 25 microgrammi/mc. Limite che è ampiamente superato ogni volta che abbiamo una grande nave ormeggiata”.

A sostengo della tesi affermano infatti che “martedì 3 ottobre il valore registrato dalla stazione ARPAL di via San Cipriano era di 60 microgrammi/mc, due volte e mezzo il limite massimo di 25 suggerito dall’OMS”.

Partendo dalla frase d’apertura della campagna di sensibilizzazione intrapresa “è solo vapore acqueo – come sostiene l’autorità portuale e le istituzioni spezzine – il vapore acqueo è per definizione bianco, ma anche quando il fumo che fuoriesce è chiaro non è mai pulito perché contiene degli inquinanti che le torri di lavaggio non abbattono – spiega Giuliano Leone, membro di Rete Ambiente altro turismo – la torre di lavaggio agisce solo sul biossido di zolfo, sul resto molto meno se non niente. Anche nella migliore delle ipotesi contiene sempre ciò che la torre di lavaggio non abbatte come polveri sottili, residui carboniosi della combustione, biossido di azoto” afferma con foto da lui scattate alla mano che raffigurano fumo nero che fuoriesce dalle navi.

Tutto ciò, spiega, “dipende da una serie di fattori come il regolamento dei motori o il mantenimento degli impianti di depurazione, però il succo è che la nave inquina o per cattiva volontà o per mancanza di impianti, ma inquina. Gli ultimi palazzi di viale Italia sono attraversati completamente da queste sostanze che si disperdono nell’aria e i limiti di legge sono assolutamente stati superati”.

Lo stand in piazza Cesare Battisti di oggi pomeriggio ha raccolto paginate di firme di cittadini che si affiancano per richiedere all’amministrazione comunale una serie di punti.

Primo tra tutti il non consentire il raddoppio degli accosti delle navi da crociera fino alla completa elettrificazione delle banchine per tutte le navi: “l’Autorità Portuale ha infatti affermato che quando le banchine saranno elettrificate tutte le navi verranno alimentate da terra – spiega Gasparini – questo però non può realizzarsi perché la cabina elettrica è da 16 megawatt, non riuscirà mai ad alimentare le 4 navi presenti, neppure 3. Forse solo una, o al massimo una grande ed una piccola ma non certo tutte. In questo modo i fumi ci saranno lo stesso”. “Ammesso che basti la quantità di energia fornita – aggiunge Leone – negli spazi di manovra i fumi fuoriusciranno lo stesso”.

Tra gli altri punti sottoscritti: la consegna della relazione sullo stato dell’ambiente commissionata all’ASL 5 spezzino; il raddoppio delle centrali ARPAL nelle zone confinanti con gli attracchi delle navi da crociera e in particolare su via San Cipriano e viale San Bartolomeo (con particolare riguardo alla zona delle scuole superiori); un piano del traffico per regolamentare la viabilità di pullman e taxi nei momenti di scalo delle navi da crociera; un piano integrato provinciale per altre forme di turismo che in special modo valorizzi tutte le aree interne della Provincia e non solo le Cinque Terre.

Sul piano del turismo gli attivisti si domandano inoltre, “ci dicono che ogni crocierista spende in città circa 90/100 euro, ma in quale città li spendono? All’arrivo di ogni nave sono pronte decine di corriere per trasferire i turisti a Pisa, a Firenze e alcune alle Cinque Terre. Nella nostra città comprano qualche souvenir e gustano qualche caffè, ma non lasciano certo i loro soldi. Agli armatori e all’Autorità Portuale milioni di euro e agli spezzini tonnellate di inquinanti”.

Adesso, resta solo da attendere il resoconto dei controlli trimestrali che l’Autorità Portuale si è impegnata a rendere pubblici e capire come nel concreto vengono effettuati i controlli e che cosa ne è risultato. Seguiranno infatti altri interventi e presidi di sensibilizzazione per portare avanti la campagna intrapresa da Rete Ambiente Atro Turismo.

 

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