"Questa vicenda purtroppo non è un caso isolato, ma rappresenta al peggio ciò che i portatori di handicap ancora devono subire da parte delle stesse istituzioni che dovrebbero invece tutelarli", afferma il Presidente della consulta provinciale disabili, Mauro Bornia, in merito al caso dei binari della stazione di Levanto inaccessibili per i portatori di handicap.
"In gioco - sottolinea - non c’è soltanto un diritto di accesso presso una stazione ferroviaria, ma il concetto stesso di uguaglianza. Semplificando, chiedo se di fronte ad una chiusura totale delle vie d’imbarco della stazione di Levanto, la Regione Liguria e RFI dicessero a tutti i passeggeri che devono aspettare la prossima primavera per una soluzione tampone e il 2027 per quella definitiva (doveva essere il 2023 come promesso da RFI ma si sa le promesse...) e che nel frattempo il treno lo devono andare a prendere alla Spezia. Che cosa penserebbero o farebbero? Presumo succederebbe il finimondo, mi chiedo come mai non accade la stessa cosa per un sacrosanto diritto calpestato in maniera così evidente e arrogante".
"Si parla tanto di integrazione, di inclusione e poi alla prova dei fatti lo scenario è desolante, uffici pubblici ancora inaccessibili, trasporto urbano scadente sotto il profilo dell’accessibilità, stazioni off limits, impianti sportivi non a norma, barriere stradali ovunque, basti pensare che soltanto il 95% dei comuni Italiani si è dotato dei PEBA piano urbanistico per l’abbattimento delle barriere architettoniche, insomma il nostro non è un paese per portatori di handicap. Ringrazio gli amministratori locali per il forte impegno che stanno mettendo in questa vicenda e sollecito la Regione Liguria e Rfi di farsi carico del problema in tempi rapidi (la prossima Primavera è lontana e noi non abbiamo tempo per aspettare) perché ogni giorno che passa è un giorno in più di disagio per i passeggeri disabili e non applicazione della legge da parte delle autorità competenti".
"Come Consulta Provinciale chiediamo iniziative concrete subito (non ci fidiamo più delle parole e delle promesse) altrimenti ricorreremo a vie legali e manifesteremo compatti nelle sedi opportune. Il diritto alla mobilità si applica, non si nega", conclude Mauro Bornia.