La serata si è svolta in piazza San Pietro a Portovenere raggiunta dal pubblico in traghetto grazie alla messa a disposizione del mezzo da parte del comune di Porto Venere. Alla serata hanno partecipato interlocutori di grande spessore, la conduzione è stata affidata alla giornalista Marzia Roncacci di Rai 2, con la partecipazione di Roberto Giacobbo della trasmissione “Freedom oltre il confine”, sono poi intervenuti l’apneista Patrizia Maiorca, gli storici Fabio Vitale e Silvano Benedetti,il comandante di Comsubin Contrammiraglio Massimiliano Rossi.
La fanfara della Marina Militare ha aperto la serata e dopo l’inno nazionale si è dato il via alla celebrazione del corpo dei Palombari.
L’introduzione della storia delle immersioni è stata illustrata da Roberto Giacobbo che ha ripercorso l’esplorazione sottomarina partendo dai Sumeri, popolo che ha lasciato incisioni sulla pietra nelle quali sono raffigurate persone che andavano sott’acqua, una prima testimonianza della curiosità umana verso l’ambiente sommerso.
Dai sumeri ad Alessandro Magno che richiese il primo sottomarino, una struttura in legno che veniva calata in mare e attraverso alcuni vetri permetteva di vedere. Fu poi
Leonardo Da Vinci nel 1490 a proseguire la storia delle immersioni con progetti geniali ritrovati tra i suoi appunti.
Nel 1690 Edmund Halley, noto per la cometa, pensa una campana di vetro che permetteva di andare sott’acqua, nel
1715 con John Lethoridge per la prima volta si va a raccogliere l’argento sotta acqua, l’ambiente marino inizia ad essere una risorsa.
Il tipico elmo dei palombari viene fatto risalire al1823 quando venne creato lo Smoke Helmet dai fratelli Deane, mentre nel 1878 sono i fratelli Carmagnolle a dare origine al primo scafandro che permetteva ad all’uomo di andare sott’acqua.
Il focus sul nostro golfo è stato fatto dall’ammiraglio Silvano Benedetti che ha raccontato la bonifica del golfo. Erano infatti 320 le navi affondate nel 1945, anche le navi del piano Marshall non potevano entrare all’interno della diga a causa dei relitti bloccati all’entrata del Golfo della Spezia.
Senza i porti l’economia spezzina ed italiana era bloccata, per questo si era reso necessario un grande intervento. Fu fatto un dragaggio a sciabica che consentiva di individuare gli ostacoli e i relitti sul fondale, tecnica molto rischiosa, ma l’unica attuabile per fare strada alle navi che sarebbero dovute arrivare. Il gruppo dei recuperi navali era composto da civili e militari che con impegno hanno liberato il golfo da centinaia di ordigni.
Nel 1948 era già stato realizzato un canale messo in sicurezza che permetteva alle navi di passare e raggiungere il porto, un vero momento di festa perché l’apertura di questo percorso rappresentava il nuovo via per i traffici marittimi. Questo tipo di interventi fu accolto con enorme gratitudine in tutta Italia, tanto che il gruppo sommozzatori di Sanremo era stato ringraziato pubblicamente su una rivista in quanto avevano permesso alle navi di tornare a muoversi nei porti. I palombari ancora oggi contribuiscono alla messa in sicurezza del mare, le cifre sono enormi: 300mila ordigni esplosivi bonificati in 4 anni.
I baschi blu sono un corpo di fondamentale importanza e le loro competenze saranno sempre più fondamentali in un futuro basato sull’economia del mare e sulle infrastrutture subacquee