Tra Bonassola e Levanto, dal mese di settembre, si erano verificati alcuni furti di rame ai danni di abitazioni per uso estivo, in costruzione o in fase di ristrutturazione, da cui erano stati asportati pluviali, canaline e vasi ornamentali fatti con l’ormai prezioso – e ricercatissimo – metallo rosso.
Dopo aver ricevuto le denunce, i Carabinieri della Stazione di Levanto, valutata la ricorrenza di alcuni elementi che facevano pensare che ad agire fosse stata la stessa mano criminale, hanno iniziato a monitorare le abitazioni a rischio, specie nelle fasce orarie notturne, sperando di intercettare i movimenti dei malviventi.
Pochi giorni fa, finalmente, si è avuta la svolta nelle indagini, anche grazie alle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza del comune di Levanto, che hanno immortalato il transito di un’autovettura in uso ad un uomo, già noto per precedenti trascorsi con la Giustizia, che, a notte inoltrata, si dirigeva in località Mesco, luogo dell’ultimo furto accertato.
Gli investigatori hanno poi raccolto la testimonianza della presenza, in un capannone in disuso di proprietà di una ditta risultata poi totalmente estranea ai fatti, di un ingente quantitativo di rame abilmente occultato.
Gli ulteriori accertamenti hanno permesso di accertare che a quel capannone aveva accesso proprio l’uomo la cui auto era stata ripresa dalle telecamere, un 40enne della zona che alla fine, messo alle strette di fronte agli elementi che lo inchiodavano, ha ammesso le sue responsabilità ed è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica della Spezia.
Il rame recuperato, per un peso complessivo di ben 250 chilogrammi, è stato sottoposto a sequestro in attesa di essere restituito agli aventi diritto.
Sul mercato dei metalli usati, dove è noto anche come “oro rosso”, la valutazione del rame oscilla tra i 5 e gli 8 euro al kg.