CGIL e SUNIA (Sindacato Nazionale Unitario Inquilini ed Assegnatari) scendono in campo per chiedere non solo un aumento del numero di alloggi da destinare alle case popolari ma anche per protestare contro la clausola dei cinque anni di residenza che scatenerà una lunga lista di ricorsi.
Il Segretario SUNIA Franco Bravo ha sottolineato: "Sono dieci anni che non viene fatto un bando per le case popolari tenendo conto che già con quello precedente moltissime famiglie sono ancora in attesa di avere una casa. Il Comune ha venduto 52 alloggi mentre ARTE ben 259 con una riduzione del patrimonio non solo spezzino ma anche a Genova dove sono stati abbattuti oltre 500 alloggi e ne vengono ricostruiti circa 100 con un deficit di 400 alloggi – aggiungendo - A causa dell'aumento della povertà e dei danni causati dalla pandemia è necessario estendere il numero di alloggi senza considerare che nel bando spezzino è presente il limite dei cinque anni di residenza dove viene pesantemente limitato il numero di persone che possono partecipare. Inoltre, nel bando, le rendite INAL, le pensioni di accompagnamento, le pensioni di guerra ed altre contribuzioni che le famiglie ricevono vengono valutate causando una penalizzazione che a mio avviso non ha senso. Saremo costretti a ricorrere contro queste decisioni bloccando l'assegnazione delle case.
Lara Ghiglione, Segretaria Generale CGIL La Spezia, ha affermato: "Non bisogna incentivare la guerra fra poveri e per di più andare contro una norma creando un danno generale anche a carico di chi ha diritto alla casa. Bisogna provare a dare risposta a tutti con una programmazione poiché dopo undici anni si poteva aumentare il numero di alloggi."
L'avvocata Francesca Angelicchio del Foro della Spezia, socia ASGI, ha asserito: "Questo bando lascia perplessi per la presenza dell'illegittimità della norma sui cinque anni di residenza con la Corte costituzionale che ha già bloccato una limitazione simile in un bando in Lombardia. Questo risultato, indiretto, è illegittimo ai sensi dell'articolo 3 della costituzione e di questo ne era consapevole Regione Liguria, Comune della Spezia e ARTE. È una spada di Damocle molto pesante perché i ricorsi saranno fatti e con buona probabilità verranno vinti e diverse associazioni sono pronte a prendere in carico il problema, tra cui ARGI che mette in campo la sua competenza per la nostra città. L'avvocatura comunale ha espresso un parare su questo tema invitando l'amministrazione a evitare di inserire queste norme discriminatorie."
Cristiano Ruggia, Segretario Provinciale SUNIA, ha sottolineato la mancanza di programmazione: "Nonostante la sentenza della Corte costituzionale, gli incontri con il Sindaco e la protesta dell'opposizione in Comune la limitazione è stata comunque inserite. Il nostro scopo è tutelare tutti quelli che hanno bisogno di una casa. Il programma della Casa va affrontato con azioni diverse considerando che si sono oltre 350 case pubbliche sfitte nella nostra città gestite da ARTE. Chiediamo che ci sia un po' di visione e strategia e che nel PNRR vengano stanziati soldi per queste case e la costruzione di nuove case."