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L'appalto per la gestione dei cimiteri spezzini non smette di nascondere "sorprese" In evidenza

di Elena Voltolini - La Commissione che avrebbe dovuto analizzare i termini dell'accordo sindacale certifica invece lo strappo della Cisl, ma fa anche emergere qualcosa su cui "indagare" ulteriormente.

La vertenza dei lavoratori dell'appalto dei servizi cimiteriali sembrava, dopo molti mesi, finalmente chiusa. Era stato infatti siglato l'accordo tra le organizzazioni sindacali tutte e la società Ma.cro. Service. Il clima sembrava tornato disteso, invece no. L'armonia è durata poco. Pochi giorni fa, infatti, un comunicato firmato dalla Fisascat-Cisl ha certificato il nuovo strappo.

Ecco allora che la III Commissione Consiliare del Comune della Spezia, che avrebbe dovuto essere incentrata sui punti dell'accordo tra Ma.cro. Service e sindacati, ha visto andare in scena lo scontro tra due opposte posizioni: da un lato la Uil che difende l'accordo e parla di lavoratori soddisfatti e dall'altro la Cisl che invece parla di accordo già disatteso e di molte lamentale da parte dei lavoratori.

Marco Furletti, Segretario Uil Trasporti La Spezia, ha illustrato i termini dell'accordo che ritiene più importanti: “L'accordo porta la data dell'1 settembre, ma la decorrenza reale è dal 25 ottobre. Con soddisfazione abbiamo portato a casa un risultato buono, andando a migliorare le condizioni economiche del lavoratori e cambiando qualcosa dal punto di vista organizzativo. Sono stati introdotti dei paletti rispetto alla banca ore ed è stato introdotto il limite di scostamento d 2 ore rispetto al parametro contrattuale, calcolato sul periodo bisettimanale per i pulitori e sul periodo trisettimanale per i custodi del cimitero dei Boschetti”.

I punti qualificanti dell'accordo, secondo la Uil, sono molteplici. Furletti sottolinea, in particolare, la stabilizzazione di un lavoratore a tempo indeterminato dall'1 novembre; l'aumentato del valore dei buoni pasto da 5,29 ad 8 euro; il riconoscimento agli operai di una indennità di 50 euro netti per l'impegno profuso durante la pandemia.

“Noi finora non abbiamo avuto lamentele da parte dei lavoratori nostri iscritti. Iscritti che, tra l'altro, sono aumentati. Questo significa che i lavoratori hanno compreso la nostra posizione e che la nostra linea, basata sul dialogo e sul confronto, era condivisa. Inoltre l'accordo è in vigore, nel concreto, da pochi giorni, quindi riteniamo che sia troppo presto per dare un giudizio”, conclude Furletti.

Opposta, invece, l'opinione della Fisascat Cisl. Enrico Raffellini ribadisce quanto già fatto emergere nei giorni scorsi tramite un comunicato: “L'accordo è stato siglato da tutte le sigle sindacali e pensavamo fosse tornata la serenità all'interno dell'azienda. Invece no, perchè continuano discriminazioni sulla turnazione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il licenziamento della nostra rsa. Questa persona era in assenza non retribuita da 4 mesi, assenza che scadeva il 7 novembre. C'è il referto del medico legale che certifica che alcune mansioni non possono essere svolte da questa persona. La società dice che non ci sono le ore per “dirottarla” su altro. Noi, però, il 26 ottobre abbiamo inviato la nostra proposta a Ma.cro. service e, per conoscenza, al dottor Pomo, proponendo una possibile soluzione. Ma.cro service non ha risposto a noi, ma direttamente alla lavoratrice, licenziandola”.

“La nostra sigla sindacale è arrivata alla consapevolezza che, malgrado l'accordo sindacale abbia portato ad un risultato interessante, questo è durato pochissimo perchè ci sono continui atteggiamenti della società che colpiscono i nostri iscritti. Pochi giorni dopo l'accordo i nostri lavoratori sono stati discriminati rispetto a questo stesso accordo. L'azienda per noi è totalmente inaffidabile”, ha concluso Raffellini.

Fin qui, in Commissione, sono state chiarite le posizioni, nettamente divergenti, già palesate nei giorni scorsi. Ma è emerso anche altro.
Se la questione relativa al licenziamento della dipendente è stata solo sfiorata in quanto sarà con tutta probabilità al centro di una causa legale e se si è sorvolato anche sui comportamenti della capocantiere, tema sul quale si accendevano gli animi dei due sindacalisti, con l'esponente della Cisl che parlava di comportamenti non consoni e discriminatori nei confronti di alcuni lavoratori, e quello della Uil che parlava di contro di accuse fondate, l'attenzione di tutti si è focalizzata su un altro aspetto riguardante sempre l'organico.

Raffellini, infatti, ha parlato di 2 unità amministrative che lavoravano a Piacenza. Si sarebbe trattato di 2 dipendenti, con il profilo di quadro a 40 ore settimanali, e uno stipendio di circa 45 mila euro annui, passate in Ma.cro. Service al momento dell'acquisizione da parte di quest'ultima del ramo di azienda della società che si occupava precedentemente della gestione dei servizi cimiteriali spezzini.
“Nella visura camerale del 2020 – ha sottolineato Raffellini – la Ma.cro. Service risultava avere 24 dipendenti, poi scesi a 22”.
C'è la possibilità, paventata dall'esponente Cisl, che i 22 lavoratori comprendessero 20 dipendenti impiegati direttamente nell'appalto spezzino, più queste due lavoratrici che si trovavano a Piacenza e che, questo è il dubbio, non si comprende che ruolo avessero nella gestione dell'appalto dei cimiteri.
Anche perchè l'Assessore Ivani nel suo intervento ha ricordato come, in una precedente Commissione, un rappresentante di Ma.cro. Service avesse sottolineato proprio il fatto che tutti i dipendenti della società fossero coinvolti nell'appalto spezzino.

“Faremo le dovute verifiche”, rassicura l'Assessore, su richiesta arrivata da diversi Commissari.
Se tutto ciò risultasse corrispondere al vero, infatti, ci si troverebbe nella situazione in cui ci sarebbero state dipendenti impiegate in altra sede e su altro che sarebbero state pagate con i soldi del Comune della Spezia e, quindi, degli spezzini.
Ipotesi, ovviamente, tutta da verificare.

La Commissione, pertanto, si aggiorna per avere una risposta dall'Assessore Ivani in merito a questa questione.

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