Lavoratori di Leonardo in sciopero, questa mattina, contro la possibilità della cessione della BU Sistemi di Difesa. Lo sciopero è stato proclamato, congiuntamente, da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
Questa mattina ci sono state due ore di presidio davanti all'ingresso della ex Oto Melara ed i lavoratori si sono anche mossi in corteo.
Non si sono registrate tensioni, ma ci sono stati disagi per chi si doveva recare in quella zona. Via Valdilocchi, infatti, è stata chiusa nel tratto compreso tra la centrale Enel e la Metro.
“Oggi due ore di sciopero per ribadire il fatto che la divisione deve rimanere di Leonardo, non siamo disposti ad accettare cordate che siano straniere o italiane che spacchettino le attività di questa divisione mettendo a rischio i livelli occupazionali - così le segreterie Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm presenti al presidio - Non è pensabile che uno stabilimento come Oto Melara venga venduto a realtà esterne, non lo accetteremo mai, i politici devono iniziare a metterci la faccia e difendere questo territorio, anche per tutto l’indotto. Oto Melara è la storia del tessuto industriale spezzino. È anche un problema nazionale, è inaccettabile che in Italia si continui a perpetrare una politica che tira a vendere gli asset strategici del Paese in un momento in cui in tutti i paesi stanno aumentando gli investimenti proprio in questi settori”.
Durante il corteo, come potete sentire anche guardando il nostro video, i lavoratori hanno più volte fatto il nome del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini chiedendo un suo intervento in merito alla questione.
Il primo cittadino risponde così, sottolineando l'impegno dell'amministrazione per un dialogo costruttivo fra le forze sindacali e le rsu di Oto Melara, i rappresentanti del territorio al Governo e le istituzioni locali: “Sono al fianco dei lavoratori di Leonardo in modo concreto, a causa dei legittimi timori sulle conseguenze di un eventuale cessione dell’azienda a Fincantieri o alla concorrenza tedesca, con l’effetto di uno spacchettamento degli asset e un’ipotetica ricaduta negativa di tutto l’indotto. Il Comune deve essere cerniera fra il territorio e Roma dove si deciderà il futuro dei lavoratori di Oto Melara, una delle più grandi risorse occupazionali e di sviluppo del nostro territorio. Per questo, interesserò tutti i rappresentanti del territorio al Governo e i parlamentari, ciascuno per propria competenza, per difendere il settore dell’industria della difesa italiana, eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.”