Il digestore per rifiuti organici di Saliceti è un attentato all’habitat del Parco Magra, alla ricca biodiversità tutelata dalla Rete europea Natura 2000. Il Dipartimento ambiente della Regione non ne ha tenuto conto. Anzi ha nascosto il parere negativo del Parco Magra. Non è stata effettuata la Valutazione d’incidenza ambientale, obbligatoria, tacendo la presenza di specie ittiche, che si credevano estinte.
Urge un intervento del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Per questo un pressante appello a esercitare un’opera di persuasione è stato recapitato al ministro Andrea Orlando, ai sottosegretari Stefania Pucciarelli e Andrea Costa, all’onorevole Raffaella Paita dai comitati Sarzana, che botta!, No Biodigestore Saliceti, Acqua bene comune e dalle associazioni Italia Nostra e Cittadinanzattiva. “Crediamo che la tutela del nostro territorio competa soprattutto a chi lo abita e a coloro che lo rappresentano a tutti i livelli istituzionali, dai Comuni al Governo.
Ormai non è più tempo di dichiarazioni di priuncipio contro l’impianto. E’ tempo di atti concreti”. Nell’appello i movimenti ecologisti chiedono ai nostri massimi rappresentanti istituzionali di sostenere l’istanza inoltrata il 18 marzo scorso al Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per un intervento urgente, che è nelle competenze del ministro in base alla legge istitutiva del ministero, per scongiurare il possibile, anzi concreto, rischio ambientale costituito dall’approvazione del progetto di digestore da 120.000 tonnellate effettive di rifiuti organici a Saliceti.
La nuova istanza al ministro Cingolani riprende l’allarme sul rischio che il mega impianto costituisce per la falda acquifera del Magra in spregio ai principi di precauzione e prevenzione ispiratori delle direttive europee di tutela delle acque. Con un’integrazione inoltrata il 28 maggio scorso i comitati puntano il dito sull’aggressione all’habitat del Parco Magra-Vara. L’impianto è stato progettato sulla falda del Magra e a soli 75 metri di distanza dal Parco. Si tratta di un habitat ricco di biodiversità dove per il Consiglio di Stato europea non dovrebbero sorgere impianti di rifiuti.
Dunque non solo il progetto viola la pianificazione provinciale e regionale, ma mette a rischio l’acqua potabile e la biodiversità, due beni la cui tutela compete al ministero. Ebbene l’istanza al ministro Cingolani e l’appello ai massimi rappresentanti spezzini al governo e in parlamento contengono due forti denunce destinate a finire sul tavolo della Procura. Agli atti della Conferenza dei servizi è stato omesso il parere del Parco Magra, che contestava il progetto e, in particolare, la mancata Valutazione d’incidenza ambientale (VINCA).
Il Dipartimento ambiente della Regione ha accolto la tesi di Recos secondo cui il territorio è già compromesso da altre attività. Ma omette di elencare le specie maggiormente tutelate dall’Europa, che l’impianto, da cui può fuoriuscire ammoniaca nell’acqua e grandi quantità di CO2 , sostanze odorigene e inquinanti nell’aria dai dieci camini alti 30 metri, può mettere a grave rischio. Tra esse la lampreda di mare, pesce fossile che si credeva estinto al mondo, e la lampreda di fiume, che ormai in Europa vive in soli due fiumi italiani (uno è il Magra-Vara). Per questi piani di tutela il Parco ha ricevuto finanziamenti europei. Eppure nel Dipartimento Ambiente opera Paola Carnevale, per anni direttrice del Parco Magra, che quindi ben conosce quale bene prezioso e fragile si parla.
Può il ministero della transizione ecologica ignorare queste emergenze nel momento in cui la tutela dell’ambiente e degli animali sta per entrare in Costituzione? O la riforma della Costituzione è un’operazione ipocrita di mera propaganda per lasciare nei fatti mano libera ai potenti gruppi finanziari e industriali.
Comitato Sarzana, che botta! No Biodigestore Saliceti
Acqua Bene Comune Cittadinanzattiva
Italia Nostra