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La “Locanda del Samaritano”, sulle orme del Papa

"Consentire alle persone senza dimora un alloggio dignitoso, che sia anche simbolo di una Spezia “accogliente”.

"Non sarà il Palazzo Migliori, che, affacciato sulla splendida vista del colonnato del Bernini e della basilica vaticana, Papa Francesco ha affidato alla comunità di Sant’Egidio per alloggiare i cosiddetti “senza tetto di San Pietro”.

"Però la nuova “locanda del Samaritano”, il cui progetto la diocesi e la Caritas hanno presentato lunedì scorso a Pegazzano, si muove esattamente nella stessa ottica: consentire alle persone senza dimora un alloggio dignitoso, che sia anche simbolo di una Spezia “accogliente”, capace di venire incontro a quanti sono in difficoltà ed il cui numero nei mesi della pandemia è andato purtroppo crescendo.

"I dati indicati dalla responsabile dei centri di ascolto Caritas Irene Fornasini sono emblematici: da aprile ad ottobre 2020, nonostante le chiusure dovute al Covid-19, gli accessi ai servizi parrocchiali e ai centri di ascolto diocesani della Caritas sono cresciuti di un terzo. Per conto, i posti di prima accoglienza per persone senza dimora si sono dimezzati, sempre a causa delle misure di prevenzione del contagio, e sono stati ridimensionati i servizi territoriali cosiddetti di bassa soglia".

"In un tale difficile contesto, il novanta per cento delle richieste di micro-prestiti rivolti alla Caritas hanno riguardato le spese legate all’abitazione, così come sono raddoppiate - sino ad arrivare al numero medio di 230 al mese - le richieste di aiuto per il pagamento di affitti, utenze e medicine. Del venti per cento sono cresciute, sempre in provincia della Spezia, le richieste per soluzioni abitative in emergenza a favore di nuclei familiari con minori a carico. In questo contesto, come è noto, la Caritas ha trasferito nel tendone attrezzato presso il campo sportivo “Montagna” i posti letto invernali per persone senza fissa dimora".

"Precisando però subito, come aveva fatto anche il vescovo, che si trattava per tanti motivi di una soluzione provvisoria. Così la diocesi si è subito rimboccata le maniche per realizzare nel più breve tempo possibile una soluzione più adeguata".

"Così è stato ora presentato il progetto della nuova “locanda del Samaritano”, che tornerà nell’ex comprensorio militare adiacente alla chiesa parrocchiale di Pegazzano, ma in locali più ampi e bene attrezzati adiacenti alla “Cittadella della pace”.

"La struttura sarà suddivisa in moduli: nel primo ci saranno dieci posti letto, nel secondo aggiuntivo altri otto, ed è prevista inoltre una zona “buffer” (emergenza) con diversi box con letto e bagno, in grado di funzionare anche da luogo di accoglienza in caso di necessità".

"Se a Roma gli alloggi di Palazzo Migliori sono quasi un’estensione dell’abbraccio della Chiesa, moderno “samaritano”, alle persone in difficoltà, anche a Pegazzano non manca il valore simbolico. Un tempo, a fine Ottocento, questa era una zona di magazzini per munizioni e pezzi di artiglieria".

"L’idea della Caritas è stata sin dall’inizio, con la “Cittadella della pace”, di riadattarli con l’idea di trasformare un luogo militare in un luogo di pace e solidarietà: un centro multifunzionale finalizzato a percorsi di accoglienza di diversi target di disagio. La pandemia, per così dire, ha fatto il resto. “Quest’opera - ha spiegato l’economo diocesano monsignor Orazio Lertora presente alla presentazione con il parroco di Pegazzano don Luca Pescatori - si realizza con il grande contributo dell’otto per mille".

"Qui rinnoviamo però l’appello per ulteriori aiuti, di tutti: le caratteristiche della struttura sono davvero interessanti e vale la pena sostenerla”. “La locanda - ha aggiunto il direttore della Caritas don Luca Palei - vuole essere una risposta concreta di accoglienza e di speranza. L’episodio evangelico del samaritano ci dice che di fronte al povero ci dobbiamo fermare e prenderci cura di lui. E’ la nostra missione. Abbiamo però bisogno dell’aiuto e della provvidenza di chi ha buon cuore e vuole sostenerci”. Al riguardo - vista l’elevata somma prevista per i lavori, circa 350 mila euro - si pensa anche all’ipotesi di una raccolta di fondi".

Testo di Giuseppe Savoca

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