Così in una nota i rappresentanti del Coordinamento quartieri del Levante Rita Casagrande e Franco Arbasetti:
"Il P.R.P. del 2006 fu approvato, tenendo conto di questa vicinanza, e quindi vi si trovavano precise prescrizioni di allontanamento e/o di messa in atto di tutti i preliminari per fare in modo che i livelli di inquinamento acustico rientrassero nei termini fissati dalla legge per evitare ulteriore danno alla salute dei cittadini.
Da allora,e sono trascorsi 15 anni, niente o quasi è stato fatto ma le Autorità portuali che si sono succedute non hanno ,in modo quasi perverso, onorato le leggi anzi hanno boicottato le prescrizioni e non hanno tenuto conto che esisteva l’obbligo di non creare nuove banchine o di ingrandire le esistenti se prima non si fosse operato e portato a compimento quanto prescritto per l’abbattimento dell’inquinamento acustico.
Oggi, trascorsi 15 anni la magistratura spezzina ha aperto una nuova indagine e i cittadini seguono con attenzione il suo funzionamento, memori delle passate esperienze.
La realtà sta che sulla stampa le notizie che comunica l’A.P pare siano tali da convincere chi legge e conosce la materia, che ancora esista una grande disinformazione da parte della A.P tale che non si rende conto che il 90% del passato sia da cancellare per portare avanti un percorso di discontinuità nel progetto dello sviluppo del porto spezzino per mettere in primis l’ambiente e la sua salvaguardia in un golfo che un tempo si poteva chiamare dei poeti posto in una rada, chiusa parzialmente da una diga foranea, che misura meno di 16 Kmq compreso l’arsenale militare.
Dunque come si intenda affrontare il nodo ambientale neanche la nuova A.P ce lo racconta nonostante il Governo nazionale lo ritenga fondamentale!
Ed ecco che del modo in cui si voglia affrontare l’inquinamento acustico, marino ed atmosferico non viene detto ma ci continua a parlare di nuove banchine portuali che sono di gran lunga superiori a quelle stabilite nel P.R.P. ancora vigente.
Si parla di dragaggi del fondale che supererebbero 1.200.000 tonnellate(da ricordare che il golfo fa parte del SIR di Pitelli) per permettere il passaggio alle nuove gigantesche portacontainer e nessuno parla mai se tutto questo sia fattibile in una rada in cui il ricambio dell’acqua è divenuta un lumicino per cui il nostro golfo rischia di diventare uno stagno e rischiamo di sopprimere se non si ricolloca (Ma dove?) la storica attività della miticoltura che è il termometro della salute delle acque dentro la rada stessa.
Insomma la grande ricerca di dialogo annunciata al sua insediamento dalla nuova Autorità Portuale del mar ligure orientale pare essere una chimera mentre si continua a fare in modo che i poteri forti che sino ad oggi hanno fatto il bello ed il cattivo tempo ma senza mai aver rispettato le leggi ,aiutati in questo dalla totale mancanza di controlli, da parte degli enti preposti (Arpal, Capitaneria di Porto, A.P., Comune e media locali.)
Ed il futuro dal punto di vista ambientale continua ad essere non trasparente col rischio che il disastro incomba nella nostra città ma si sa solo parlare della posizione logistica internazionale del porto spezzino senza però considerare la sostenibilità ambientale e territoriale che è diversa da porto a porto e fra sistema portuale e sistema portuale.
Torniamo pertanto a sollecitare più dialogo fra Autorità Portuale e società civile per tutte quelle decisioni che riguardano la salute dei cittadini e la qualità della vita degli spezzini".