Il celebre “il successo ha tanti padri, l’insuccesso e’ un povero orfanello” non potrebbe avere migliore applicazione nel caso dell’oncologia di Sarzana. Dopo la annunciata riapertura (ma può definirsi tale?) del servizio da parte del vice sindaco di Sarzana, piovono le manifestazioni di raggiunto successo da destra a sinistra e da parte dei candidati alle elezioni regionali.
E’ ora di smetterla di affrontare delicate e complesse questioni di organizzazione sanitaria, basandosi su dichiarazioni pre elettorali che non chiariscono i termini della specifica questione e non risolvono i problemi generali di cattiva amministrazione di questa ASL.
Sulla ripresa del servizio oncologico, i vari protagonisti della campagna elettorale – ed in particolare il vice sindaco di Sarzana – vantano un successo, adducendo che ieri sono state riprese le attività con l’erogazione del servizio a tre pazienti prenotati.
Ma il punto in questione e’ che, se non si sa quanti e quali siano le tipologie di prestazioni da effettuare, il risultato può essere interpretato come un successo, invece che una totale debacle.
Se infatti i pazienti in carico al servizio fossero solo tre, allora se ne potrebbe dedurre che il cantar vittoria e’ corretto (anche se appare quanto meno strano che questo tipo di comunicazione avvenga a cura di un candidato alle elezioni e non da parte della direzione generale dell’ASL ...).
Poichè invece sappiamo – da notizie assunte da pazienti e parenti – che almeno un centinaio sono i pazienti che necessitano di chemioterapia endovenosa e per via orale e svariate centinaia sono invece i pazienti ambulatoriali, allora se ne può dedurre che il decantato successo e’ in realtà la conferma che il servizio oncologico a Sarzana e’ totalmente assente.
Ancora non si sa, inoltre, se siano in corso i lavori di adeguamento strutturale del day hospital oncologico, le cui carenze il Tribunale del Malato aveva denunziato già in epoca pre Covid.
Affrontando i temi solo sulla spinta pre elettorale e su rivendicazioni – pur legittime - di pazienti di questa o quella tipologia, fa perdere il senso delle necessità prioritarie per la salute dell’intera collettività : ricordiamo che sono fermi gli interventi ortopedici a Sarzana, che l’hospice non funziona e i pazienti terminali continuano a morire nei reparti, che la situazione di personale e posti letto e’ cronicamente deficitaria, che le liste di attesa si allungano e i metodi di prenotazione non sono chiari né ai cittadini né ai medici di famiglia, che ancora ad oggi non e’ chiaro se esista un piano per affrontare una eventuale nuova emergenza Covid in autunno.
E’ necessario, quindi, che tutti i candidati alle elezioni regionali – se veramente hanno a cuore la tutela della salute dei cittadini (indipendentemente dalla loro espressione di voto) – chiedano immediatamente un piano generale alla ASL 5 su tutte le questioni in sospeso ed evitino pertanto di vagare “ a vista” – peraltro senza approfondire e studiare i dettagli - tra tematiche solo particolari, seppur necessarie.
E’ l’ora di smetterla con fotoescursioni o tagli di nastro pre elettorali, ma e’ invece ora di sedersi ad un tavolino, studiare in maniera approfondita gli aspetti organizzativi carenti dell’assistenza sanitaria provinciale e proporre un piano serio di rilancio dell’assistenza sanitaria pubblica in ASL 5.
Rino Tortorelli
Vice segretario regionale Cittadinanzattiva Liguria onlus