“La centrale di controllo container a Santo Stefano di Magra nel retroporto, un impianto moderno positivo ed un valore aggiunto per velocizzare l’entrata e l’uscita dei container sbarcati ed imbarcati nel porto commerciale spezzino evitando la costruzione insostenibile e sovradimensionata di banchine portuali ed evitando lo stoccaggio in quinta fila sulle stesse per molti giorni a poche decine di distanza dai palazzi cittadini.
La centrale unica di controllo che sorgerà nel retroterra a Santo Stefano è un impianto che va nella direzione giusta onde evitare parte delle lungaggini burocratiche ed impedimenti di entrata e uscita dei container dal porto commerciale, e quindi un po’ meno impatto ambientale sulla mobilità e sull’inquinamento acustico ed atmosferico.
Certo non sarà tutto e solo questo a migliorare il ciclo produttivo e l’organizzazione, ma quello che è certo è che per migliorarci e diventare più sostenibili nel rapporto con la città, giocando sempre un ruolo più specifico come porto spezzino, quello della centrale di controllo dimostra che i sovradimensionati interramenti nel mare, proposti nel piano triennale delle opere, possono essere evitati investendo sulla velocizzazione della mobilità dei container su ferrovia e su gomma poiché è anche la linea vincente per raggiungere l’obiettivo della migliore convivenza porto-città.
Tale considerazione è contenuta anche negli obiettivi del ministero dell’Ambiente allorché fu approvato il Piano regolatore portuale che fissava i parametri in 140.000 mq di banchine più eventuali 35.000 mq al fine di una movimentazione di 1.500 teu ormai raggiunta con le banchine esistenti.
Ed ecco perché insistiamo nel dire che i vertici attuali dell’Autorità di sistema portuale devono rileggersi i vincoli sugli interramenti: la smettano di parlare di violare la legge urbanistica e accettino un confronto con la città, con la società civile e le associazioni ambientaliste".
Per il Coordinamento dei Quartieri del Levante Rita Casagrande
V.A.S. Onlus Franco Arbasetti