Il presidente della Confartigianato spezzina, Paolo Figoli ha ringraziato a Roma il Presidente Nazionale Giorgio Merletti per l’attività sindacale svolta e per la vittoria sull’emendamento al Decreto Crescita, presentato dalla Lega, che modifica i parametri che fanno scattare l’obbligo di nomina dell’organo di controllo o del revisore nelle piccole imprese, portandoli a 6 milioni di attivo patrimoniale, 12 milioni di ricavi e 50 dipendenti.
La norma era contenuta nell’articolo 379 del dlgs 14/2019 (riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza), ed aveva modificato l’articolo 2477 del codice civile, introducendo l’obbligo di nominare l’organo di controllo (collegio sindacale) o il revisore nel caso in cui l’impresa superi per due anni consecutivi determinati limiti di fatturato e numero di occupati. In base a tale formulazione della norma, l’obbligo scattava quando per due anni consecutivi veniva superato almeno uno dei seguenti limiti: 2 milioni di euro di attivo stato patrimoniale (dai precedenti 8,8 milioni); 2 milioni di euro di ricavi (dai precedenti 4,4 milioni); 10 dipendenti occupati in media durante l’esercizio (dai precedenti 50). Tale provvedimento penalizzava nel nostro territorio attività di artigianato ma anche attività turistiche e pubblici esercizi. Per fortuna il Governo ha fatto marcia indietro.
“L’emendamento – ha sottolineato il Presidente Merletti – recepisce le nostre sollecitazioni a rispettare il principio di proporzionalità di adempimenti rispetto alle diverse dimensioni d’impresa, evitando di caricare i piccoli imprenditori di un pesante onere burocratico che non tiene conto delle reali condizioni economico-finanziarie in cui versano oggi le micro e piccole imprese. Con la conseguenza di provocare, oltre ad un aggravio dei costi, anche l’aumento del rischio d’insolvenza ogni volta che un sindaco o un revisore dovessero segnalare la presenza di un possibile stato di crisi”.