E' la conseguenza – denunciata da Confartigianato e Cna - della norma (il Dpr 43/2012) che impone a tutti gli operatori che installano apparecchiature contenenti gas serra (pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d'aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto) di iscriversi al Registro nazionale dei gas fluorurati per ottenere il certificato che li abilita ad operare.
Un obbligo che impone agli imprenditori nuovi costi ed adempimenti burocratici ma, soprattutto, che è impossibile rispettare nei 60 giorni consentiti dalla legge. Il termine ultimo per iscriversi è domani, 12 aprile, ma due mesi di tempo sono troppo pochi per consentire al sistema delle Camere di Commercio, che gestisce la registrazione e il rilascio dei certificati, di smaltire l'enorme mole di richieste di iscrizione. Molti operatori, quindi, non riusciranno neanche a presentare la propria istanza d'iscrizione.
E così da domani i 200.000 impiantisti e autoriparatori che non sono riusciti ad iscriversi e ad ottenere la certificazione che li autorizza ad operare non potranno più lavorare e, se lo faranno, rischiano pesanti sanzioni che partono da 10.000 euro.
"Una situazione assurda – sottolineano Confartigianato e Cna - che blocca il mercato dell'installazione impianti e dell'autoriparazione e colpisce imprese e consumatori. Ed è tanto più grave nell'attuale momento di crisi economica che ha investito gli artigiani e le piccole imprese".
Le Confederazioni dell'artigianato e delle Pmi sollecitano un intervento immediato del Governo, e in particolare del Ministro dell'Ambiente, per prorogare il termine del 12 aprile e permettere così a tutti gli imprenditori di completare l'iscrizione al Registro dei gas serra e ottenere il via libera ad operare.