Apprezza il lavoro svolto dalla Segreteria Provinciale e Regionale per trovare diverse soluzioni al problema, per la mobilitazione dei lavoratori che ha permesso alla nostra azienda di arrivare fino ad oggi in condizioni abbastanza sane, per la tenuta occupazionale dell'intero comparto (comprese le società in sub affidamento).
Sono legittime le preoccupazioni ed i dubbi manifestati dal personale, è necessario un ulteriore e attento approfondimento e l'acquisizione di maggiori elementi di valutazione.
A fronte dei timori, dei dubbi e delle istanze di contrarietà emerse in occasione delle assemblee tenutesi con il personale di ATC - in relazione alla volontà della Giunta regionale di procedere in tempi brevi alla costituzione di un unico bacino regionale per il tpl e di conseguenza ad una eventuale azienda unica – da mandato alla segreteria provinciale della Filt CGIL, preliminarmente ad ogni decisione o accordo e PREVIA INFORMATIVA E CONFRONTO CON IL PERSONALE, di:
• verifica ed esame dello studio di fattibilità e sostenibilità economica/finanziaria/organizzativa del progetto di bacino unico regionale, commissionato alla società FILSE dalla regione Liguria;
• richiesta di un piano industriale di massima che indichi:
1. le modalità di aggregazione;
2. le garanzie per i territori in ordine ai servizi attualmente in essere ed alle risorse ad essi destinati e occorrenti;
3. i livelli di autonomia funzionale che saranno attribuiti;
4. le ricadute occupazionali per possibili accorpamenti funzionali ed organizzativi;
5. dove si realizzeranno i risparmi e come saranno impiegati;
6. se le cause inerenti i disavanzi di AMT saranno eliminate prima del processo di unificazione onde evitare che gli stessi incidano negativamente sugli altri territori e tali da drenare gli eventuali risparmi che deriverebbero dall'accorpamento dei bacini;
• INSERIMENTO E CONFERMA, nella nuova legge regionale di riforma del TPL, della clausola sociale che garantisca, in caso di unificazione dei bacini e di eventuale cambio del gestore, i livelli occupazionali normativi/economici in essere;
• la definizione di una percentuale massima di servizio da sub-affidare ad altre imprese;
Inoltre, qualora si optasse per la costituzione di Azienda unica regionale per il TPL - decisione né obbligatoria né scontata – verificarne:
• l'eventuale ragione sociale;
• compiti e funzioni;
• gli assetti proprietari;
• se interamente pubblica (Azienda speciale di Diritto pubblico - non va dimenticato che i referendum di giugno 2011 hanno abolito l'obbligo di privatizzare la gestione non solo del servizio idrico ma anche degli altri servizi pubblici in generale), oppure se società mista con la presenza di altri soggetti imprenditoriali ancorché privati;
• se è prevista la partecipazione di Trenitalia, anche indirettamente con una sua controllata o altro ancora.
Inoltre, capire quale relazione avranno ( se l'avranno ) con la nuova società, il trasporto scolastico, il noleggio ed i servizi vari svolti attualmente da Atc, ed il personale ad esso assegnato.
Tutte domande e temi che non escludono e né approvano a priori l'eventualità di procedere agli accorpamenti dei bacini ed eventualmente delle Aziende.
Unicamente, rappresentano la necessità di maggiori strumenti di valutazione e di approfondimento, onde evitare decisioni affrettate e controproducenti ai fini della risoluzione dei problemi che afferiscono al TPL ligure nonché alla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
Infine, considerati i dubbi, le preoccupazioni e le contrarietà espresse dal personale; a fronte di una legislazione di settore caotica e contraddittoria, in continua evoluzione e suscettibile di ulteriori cambiamenti, sosterremo la necessità di non accelerare decisioni che andrebbero assunte in presenza di un quadro di riferimento meno incerto e non dettate da situazioni emergenziali.
Il Comitato degli Iscritti e la Segreteria Provinciale avvieranno una serie di assemblee con il personale tutto per ascoltare, valutare, decidere le future iniziative. Inoltre avvieranno incontri con le altre OO.SS. per cercare una posizione comune, ritenendo che la tenuta occupazionale sia la maggiore problematica in essere attualmente e da condividere assolutamente.