L'ennesima incredibile vicenda tutta italiana a discapito delle piccole imprese è rappresentata dalla storia del Sistri: così commentano in Confartigianato. Il Sistri è il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti nato nel 2009 ma mai entrato effettivamente a regime malgrado i contributi versati dalle aziende. Un altro scandalo italiano sul quale l'associazione sindacale vuole dire la sua. Il sistema era nato per favorire la tracciabilità dei rifiuti e controllare le imprese da eventuali reati ambientali, le procedure invece rimangono in sostanza ancora affidate al sistema tradizionale cartaceo basato sui registri e sui formulari.
Il sistema informatico non funziona correttamente e nel frattempo negli scorsi anni sono emersi scandali sulla vicenda del Sistri, arresti e appalti attenzionati dalla trasmissione Report e dalla stampa ma intanto ogni anno alle imprese si chiede ugualmente di pagare un contributo al sistema. In previsione, il nuovo Sistri dovrebbe prevedere la sostituzione delle usb e black-box con strumenti che garantiscano il loro funzionamento, il Mud automatico, l’interazione e il coordinamento con le banche dati della Pubblica Amministrazione, l’assistenza e la formazione per le imprese.
Tutto in teoria perchè purtroppo ad oggi, nonostante le segnalazioni e le denunce di Confartigianato, siamo costretti di nuovo a comunicare che entro il prossimo 30 Aprile le imprese dovranno effettuare il versamento del contributo per il 2018 se non vogliono vedersi recapitare pesanti sanzioni. Per questo come Confartigianato chiediamo delle risposte al Ministero dell’Ambiente: dove vanno questi soldi e come vengono utilizzati? Perchè non è stato abolito definitivamente il Sistri?
I soggetti obbligati al versamento sono i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi (derivanti da attività di costruzione e demolizione e scavo, lavorazioni industriali, lavorazioni artigianali, attività commerciali, attività di servizio, attività sanitarie) che occupano più di dieci dipendenti; i trasportatori di rifiuti speciali pericolosi a titolo professionale, terminalisti e operatori logistici che detengono detti rifiuti in attesa della loro presa in carico da parte del vettore successivo (es. nave, treno, gomma); gli intermediari e commercianti di rifiuti speciali pericolosi e urbani pericolosi e i soggetti che producono rifiuti pericolosi derivanti da attività di recupero o smaltimento di rifiuti pericolosi, definiti nuovi produttori. Sono escluse dall’obbligo di iscrizione le imprese che trasportano i propri rifiuti pericolosi fino a 30 kg/litri al giorno (quindi iscritte nella categoria 2-bis dell’Albo Gestori Ambientali): per questi soggetti l’adesione al SISTRI può avvenire in modo volontario.
Per ulteriori informazioni è possibile telefonare all'Ufficio Ambiente e Sicurezza di Confartigianato, tel. 0187.286632-51 (Enrico Taponecco).