Alla luce della rinnovata agitazione manifestata anche qui alla Spezia questa mattina dal corpo insegnante delle scuola d’infanzia e primaria interessato dalla sentenza del CdS dello scorso 20 dicembre, appare opportuno un intervento chiarificatore.
Molti autorevoli rappresentanti politici di livello anche nazionale, nonché vari organi di informazione e associazioni di vario tipo, hanno alimentato tale agitazione riportando come imminenti gli effetti di tale decisione, ovvero licenziamenti di massa del personale docente intanto assunto sia a tempo determinato che indeterminato in possesso di licenza magistrale conseguita entro l’a.s. 2001/2002 e fatta valere come titolo abilitante per la scuola d’infanzia e primaria attraverso vari ricorsi temporaneamente accolti.
La situazione è diversa. Nessun imminente licenziamento è alle porte.
Come da incontro avuto presso il Ministero dell’Istruzione lo scorso 4 gennaio tra governo e sindacati rappresentativi per il comparto istruzione, si è preso atto che la decisione assunta in adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha avuto la funzione di assicurare che i giudici amministrativi interpretino in maniera uniforme la normativa, in occasione delle future sentenze, tenuto conto che in passato vi erano stati diversi orientamenti giurisprudenziali.
L’Amministrazione ha assicurato massima attenzione nella esecuzione della sentenza e delle successive sentenze di merito da parte dell’autorità amministrativa; ha chiesto quindi il 22 dicembre un parere all’Avvocatura dello Stato sui tempi e sulla corretta modalità di esecuzione della suddetta decisione al fine di garantire l’uniformità di attuazione sul territorio nazionale.
La questione riguarda più di 43.000 insegnanti a livello nazionale, circa 6.000 quelli assunti in ruolo, pur se con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato. Questi ultimi sono concentrati per lo più nelle regioni del Nord.
Alla Spezia le persone coinvolte sono circa 300.
Non resta quindi che attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, e prepararsi magari ad una probabile sessione riservata d’esame, passaggio obbligato come da attuale normativa vigente per chiunque ambisca ad esercitare la professione di docente a tempo indeterminato nel comparto scuola.
L’invito quindi è quello di continuare a ricoprire l’incarico eventualmente ricevuto senza cadere in trappole mediatiche destabilizzanti ed utili (forse) solo ad altre categorie, manifestando professionalità e piena consapevolezza del reale stato delle cose.
Lucio Colella
Segretario Generale Territoriale Cisl Scuola La Spezia