Durante la loro permanenza alle Cinque Terre i volontari, con la loro consueta maglia gialla, sono stati impegnati nella somministrazione e raccolta di appositi questionari, oltre un migliaio circa, realizzati ad hoc anche in collaborazione con il Centro studi rischi geologici e distribuiti a residenti e turisti. Attraverso questo strumento sarà misurata l'efficacia delle azioni di comunicazione e divulgazione sul rischio idrogeologico fino ad oggi attuate.
"Il campo #mitighiamoilrischio organizzato da Legambiente e condiviso col Centro studi rischi geologici del Parco – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco – ha avuto come obiettivo principale quello di integrare i ragazzi con le popolazioni locali al fine di renderli partecipi delle effettive criticità che interessano il nostro territorio, criticità dovute all'assetto idrogeologico da una parte, e dall'altra al rapporto turista – residente. Non sono ovviamente mancate le attività di pulizia della rete sentieristica che questo anno hanno interessato alcuni tratti nel comune di Riomaggiore "
"I campi di volontariato – dice Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – rappresentano un momento di condivisione e conoscenza dell'identità della comunità locale. Si collocano in pieno nelle pratiche del turismo sostenibile, condivise insieme al parco e alle amministrazioni locali. Oltre alle pulizie di spiagge, fondali, sentieri e l'indagine sulla percezione del rischio da dissesto idrogeologico i partecipanti hanno approfondito le conoscenze dell'encomiabile opera svolta dalla Fondazione Manarola per il recupero dei terreni incolti, con la costruzione dei muretti a secco, e apprezzato la filiera vitivinicola con la visita alla Cantina Sociale e a ad alcune altre piccole cantine".
"Elaborati i dati – conclude Santo Grammatico, storico responsabile dei Campi di Legambiente – valuteremo quale miglior approccio per rispondere alle esigenze di coloro che abitano, vivono e frequentano il territorio, per garantire una sua fruizione in sicurezza ed in armonia in un contesto cosi fragile e delicato anche in conseguenza della attuale forte pressione turistica".
"I ragazzi hanno approfondito – dice Vittorio Alessandro, presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre- gli effetti dei cambiamenti climatici, le criticità ed i comportamenti da adottare in caso di eventi atmosferici di particolare entità, il livello di consapevolezza da parte dei cittadini di vivere in territorio dalla difficile orografia. Sono entrati nel tessuto del territorio e non si sono limitati a passare, senza osservare, il territorio. Sono certo che si sia trattato di valore aggiunto. I dati così acquisti forniranno una fonte preziosa di informazioni su cui poter costruire iniziative di divulgazione e mitigazione del rischio idrogeologico più puntuali e mirate ai reali bisogni del territorio".
I partecipanti ai campi di Legambiente, impegnati in attività di ripristino e pulizia di alcuni sentieri del Parco, hanno collaborato con i tecnici dell'Ente e gli organi di Protezione Civile locali e sono protagonisti di attività formative sia sul campo che in aula, a cura degli esperti: geologi e tecnici del Centro Studi Rischi Geologici del Parco, volontari della Protezione Civile, Associazioni del territorio e di Legambiente.