“Il trend turistico evidenziato per Levanto dai dati dell’Osservatorio regionale ligure nello scorso mese di giugno (+17,6% di presenze rispetto al 2016) testimonia la bontà delle strategie attuate per consolidare la crescita che si era già evidenziata in passato e che oggi ha assunto dimensioni davvero notevoli – è il primo commento del sindaco, Ilario Agata – Noi ci siamo insediati con un’idea precisa su dove e come intervenire, frutto di uno studio complessivo dei flussi e, più in generale, delle dinamiche turistiche in atto e dei mutamenti che avrebbero potuto subire. Questo studio, chiaramente, doveva essere applicato con provvedimenti concreti calandolo nella realtà locale, dotata di immense potenzialità sulle quali però occorreva intervenire affinché potessero essere espresse in maniera concreta e manifestarsi come attrazione del nostro paese nei confronti dei visitatori”.
La ricetta, basata sullo stimolo a far emergere le identità territoriali attraverso la valorizzazione delle eccellenze (paesaggistiche, artistiche, storiche, monumentali), con interventi mirati al potenziamento delle infrastrutture pubbliche, all’innalzamento della qualità dei servizi, alla creazione di spazi ed eventi culturali, sembra aver fornito risultati confortanti.
“Non è certamente un punto di arrivo – chiarisce – Sappiamo che c’è ancora molto spazio per intervenire sulla qualità dell’offerta attraverso ulteriori investimenti in infrastrutture e lo faremo, ma sempre con particolare attenzione a non snaturare l’identità del nostro paese, a preservare la vocazione della sua intera comunità e a proteggere l’ambiente (un’attenzione, quest’ultima, testimoniata dall’acquisizione della “Bandiera blu” e della certificazione “Emas” e dalla periodica implementazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti)”.
Due, in particolare, i punti sui quali il primo cittadino vuole fare chiarezza: “Innanzitutto, lo sviluppo di un’economia che non si limiti ai settori dell’accoglienza, della ristorazione e della somministrazione di alimenti e bevande, che, pur indispensabili e qualificanti per la promozione del nostro territorio e dei suoi prodotti, rischia di limitare la qualità complessiva dell’offerta, che invece deve abbracciare e potenziare anche gli altri settori merceologici.
In secondo luogo, la programmazione (da pensare oggi che siamo in fase di crescita esponenziale delle presenze) della strategia turistica futura, bandendo qualsiasi interpretazione esclusivamente speculativa, egoistica (che ha portato pessimi risultati in altri campi) e di sfruttamento della positiva situazione contingente, per attuare, invece, investimenti mirati a realizzare il tessuto economico e sociale più idoneo per la nostra comunità nei prossimi vent’anni. E’ più importante questa visione strategica a lungo termine che il mero aumento del numero di arrivi e presenze, che, pur gratificante, sarei disposto a sacrificare per qualche anno pur di consolidare un sviluppo che traguardi ad un arco temporale ben più ampio e in grado di assicurare un futuro professionale e lavorativo ai nostri figli nel luogo in cui sono nati e cresciuti”.