Un esempio è il via libera al nuovo codice degli appalti, che, come da noi richiesto, semplifica le procedure e snellisce le norme e soprattutto cancella le gare al massimo ribasso.
Per noi è una vittoria, è nel suo piccolo una rivoluzione copernicana, come la definisce l'ANAC, l'autorità presieduta da Raffaele Cantone. La nuova legge stabilisce che il contraente sarà scelto in base all'offerta economicamente più vantaggiosa, coniugando il prezzo con la qualità dell'offerta.
Purtuttavia, nonostante il nuovo codice sia dal 18 aprile di quest'anno legge a tutti gli effetti, sul nostro territorio, come ACI continuiamo a registrare gare d'appalto al massimo ribasso, anche se mascherate (una delle cose più odiose). È l'esempio del Centro diurno Antares di San Terenzo, dove dopo molti anni le cooperative COCEA, Lindbergh e il consorzio Cometa perdono l'appalto che gestivano con professionalità, competenza e ottimi risultati a detta degli utenti e unanimemente riconosciuti dalle molte istituzioni che si intrecciano in un servizio così importante e delicato.
Per le cooperative spezzine lasciare un servizio che hanno contribuito a far nascere e che si sono impegnate a sviluppare e far crescere negli anni è una grave perdita.
Ma perché un servizio così delicato e importante è andato perso?
Non certo per il progetto tecnico presentato dalla cooperative spezzine, quello ha avuto nettamente il miglior punteggio, non certo per la rete che le cooperative spezzine avevano costruito negli anni, la loro capacità progettuale al contrario ha portato ulteriori risorse finanziate e messe a disposizione dal Distretto Sociosanitario 18 e dalla Regione Liguria (laboratorio occupazionale EVERGREEN e attività di socializzazione) dal Ministero Pari Opportunità (laboratorio occupazionale per Bottega Antares) e dalla Comunità Europea (Far grande Le Città).
Ma allora perché le cooperative hanno perso il servizio? Perché il bando nato come "offerta economicamente più vantaggiosa" si è trasformato in un banale quanto improduttivo e dannoso bando al massimo ribasso che ha puntato tutto sul valore economico (una differenza tra le offerte di nemmeno 800 euro).
E così si accantona un lavoro, una metodologia condivisa e sostenuta da tutti i soggetti coinvolti, caratterizzata da progettualità laboratoriale e dallo stretto lavoro di rete con le famiglie e con le realtà territoriali similari (altri centri e strutture per persone disabili) e con le agenzie socializzanti del tessuto sociale ( scuola, biblioteca, commercianti, associazioni sportive e culturali) che ha permesso di sviluppare progetti volti all'acquisizione di autonomie individuali e di gruppo delle persone svantaggiate.
Rimane solo da aggiungere a che giova tutto questo?
E un ringraziamento da parte dell'ACI e delle cooperative a tutte le lavoratrici e i lavoratori che sono stati in questi anni in piena linea con professionalità e soprattutto con il cuore.
A loro un grazie davvero e buon lavoro!