La trasformazione annunciata dall'A.D. Bono delle dinamiche organizzative e produttive di Fincantieri non si sta realizzando, non si approfitta del periodo di calo di lavoro per attuare gli investimenti necessari e non si fa formazione riqualificante per le maestranze del cantiere.
Quello che possiamo vedere è che l'integrazione tra Riva e Muggiano esiste in pratica solo sulla carta, mentre siamo certi che se realmente organizzata l'integrazione potrebbe portare un reale valore aggiunto alle attività di tutti e due i cantieri.
Permangono grossi problemi di organizzazione del lavoro e per sopperire si appalta oltre le reali necessità, con il risultato che il cantiere negli anni è stato svuotato delle professionalità necessarie a mantenere il cantiere produttivo su carichi di lavoro importanti come quelli attesi per il settore militare di Fincantieri.
In un periodo difficile come quello che sta attraversando il gruppo ci aspetteremmo un rilancio del cantiere per non farci trovare impreparati e sottodimensionati rispetto alle necessità.
La famosa reinternalizzazione di attività "core" e lo sviluppo delle professionalità e i necessari piani per l'occupazione rimangono ad oggi belle parole ma vuote nei reali sviluppi pratici.
Cresce la preoccupazione che la strategia di Fincantieri per il Muggiano sia diretta a mantenere basse le potenzialità interne per poi poter appaltare la maggior parte del lavoro, con la scusa della poca capacità produttiva.
Non vorremmo incappare in una strategia che porti alla facile saturazione del cantiere integrato perché improduttivo o sottodimensionato in favore di spostamento di attività . Le navi della Marina Militare Italiana pagate con i soldi dei contribuenti con gli stanziamenti della legge navale devono essere prodotte in Italia e principalmente sul cantiere integrato sviluppando logiche industriali di potenziamento produttivo. Ribadiamo inoltre la strategicità del POLO della Difesa con Finmeccanica e Base Navale Arsenale M.M.