Tale operazione avrebbe avuto rilevanti ricadute negative sul sistema pensionistico e sulla liquidazione, generando un vantaggio duraturo per l'azienda e momentaneo per i lavoratori.
La valutazione fatta insieme ai lavoratori ci ha portato a respingere tale controproposta.
La risposta dell'azienda è stata pronta e perentoria: ha disdettato gli accordi integrativi aziendali a far data dal 01/04/2016, in una fase di recupero delle attività legate ad importanti commesse.
C'è un solo modo per spiegare la scelta dell'azienda:
- colpire i lavoratori per mascherare tutti gli ambiti organizzativi e gestionali che evidenziano inefficienze e malfunzionamenti palesemente esistenti e mai risolti dal management;
- individuare nel costo della contrattazione aziendale un onere eccessivo che la realtà dimostra non essere tale (poco più del 6% del costo del lavoro, livello ben al di sotto della media nazionale).
Registriamo inoltre il disegno aziendale volto a dividere i lavoratori attraverso una insana competizione tra diretti ed interinali, tra giovani e meno giovani.
Davanti ad un atto così ostile i lavoratori altro non potevano fare che avviare lo stato di agitazione: dal 23 marzo è iniziato il blocco degli straordinari e a breve sarà indetto uno sciopero.
Ad oggi l'unica condizione per favorire la ripresa delle relazioni sindacale passa per il ritiro della disdetta operata dall'azienda.