Ne è emersa una realtà di notevole importanza ed interesse, poco conosciuta dall'opinione pubblica, molte volte più attenta a difficoltà e disagi contingenti.
Nella seconda metà dell'Ottocento fu primario della divisione Edoardo Bassini, uno dei più grandi chirurghi italiani, padre della tecnica della riparazione dell'ernia inguinale, che, prima dell'avvento delle "retine", ha avuto la più grande diffusione nel mondo.
Ancora per un secolo, tuttavia, in base all'assioma "grande taglio,grande chirurgo", la chirurgia è stata efficace, ma anche con sofferenze e con esiti invalidanti.
Grazie ai progressi tecnologici, all'intuito ed alla pervicacia di giovani chirurghi, fra cui Emilio Falco, a metà degli anni Novanta si è sviluppata la chirurgia mini invasiva (mis), una rivoluzione copernicana all'interno delle sale operatorie, con l'introduzione di computer e di monitor. Esse diventano assimilabili alle sale di pilotaggio e di controllo, con schermi ad altissima risoluzione, led e touchscreen.
Medici, infermieri, tecnici ed ausiliari hanno ciascuno compiti molto precisi, volti alla tutela della salute insieme con l'integrità corporea del paziente. La chirurgia laparoscopica attualmente in Italia è solo in un ospedale su tre. La Spezia nel settore della "chirurgia dolce" dal 2012 ha raggiunto lo status di Centro di riferimento regionale (Crr) per la chirurgia videolaparo–toracoscopica. Così nella maggior parte delle patologie di interesse chirurgico si minimizzano gli effetti collaterali, non solo per quelle più comuni (ernie e colecisti), ma anche per colon e retto, fino a quelle più complesse di stomaco, fegato e pancreas.
La Spezia e Sarzana vantano la percentuale più alta di colecisti e di colon praticati per via laparoscopica, come rilevato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. I registri nazionali sulla chirurgia mini invasiva del fegato e del retto per via transanale pongono la divisione spezzina fra i maggiori centri di afferenza e chirurghi da tutte le parti d'Italia partecipano ai corsi che vi si tengono per la diffusione di queste tecniche.
E' così emerso che la città dispone di un patrimonio eccezionale di competenze e di persone, nonostante le difficili condizioni ambientali strutturali e congiunturali.
La popolazione può contare su interventi validissimi, urgenti o programmabili, senza dover ricorrere ai "viaggi della speranza". Ed è significativo il dieci per cento di pazienti proveniente dall'esterno dell'Asl "Spezzino".
Occorre però che la città ne prenda atto e che ai vari livelli di responsabilità istituzionale, politica, sociale ed anche di opinione pubblica si operi con impegno adeguato per la valorizzazione e per lo sviluppo di queste eccellenze in campo sanitario.
Carlo Bellotti